STUDENTI IN UN LIMBO INTERMINABILE: LA DIDATTICA MISTA

Giornate a scuola e giornate a casa, i problemi che ne derivano per gli adolescenti.

1 marzo 2021- Continua il limbo di ragazzi e ragazze delle scuole secondarie di secondo grado della Lombardia. Per loro, le giornate in presenza si alternano a quelle in DAD, l’ormai famigerata didattica a distanza. A causa del coronavirus, infatti, le scuole, pur avendo riaperto le loro porte, hanno dovuto organizzarsi e limitare le presenze al 50%. Per evitare di avere un numero troppo elevato di ragazzi in compresenza all’ interno dell’istituto e quindi allinearsi con le norme di sicurezza imposte dalla legge. Di conseguenza, studenti e studentesse non vanno ‘fisicamente’ a scuola ogni giorno ma lo fanno in maniera alternata. Quali sono gli effetti negativi che questa situazione ha sugli adolescenti? Sull’argomento, abbiamo ascoltato i pareri degli studenti del liceo scientifico A. Volta di Milano.

I ragazzi e le ragazze sottolineano la presenza di pro e contro, ma tutti concordano nel dire che non si tratti di una situazione ottimale per l’apprendimento, non priva di disagi e problematiche. Determinante nel causare disagi è lo stress organizzativo da parte di studenti e professori. Infatti, la didattica mista genera un “doppio ritmo”, obbligando, in primo luogo i docenti, a mettere in atto due metodi di insegnamento e due tipologie di lezioni generalmente diverse.

Un conto, infatti, è fare lezione quando tutto si svolge attraverso uno schermo, situazione in cui, per gli studenti, seguire le lezioni può risultare più difficile. Un altro conto è quando ci si trova tutti ‘mascherina a mascherina’, e allora il tentativo è quello di sfruttare al massimo il tempo dal vivo che a lungo è stato negato.

Ogni professore addotta le tecniche che ritiene più efficaci. Alcuni decidono di svolgere lavori a gruppi, esercitazioni, studio individuale nelle ore da casa e spiegazione solo in presenza; altri fanno tutto il contrario; altri ancora, infine, continuano ad agire come se nulla fosse cambiato dal periodo pre-pandemia.  Tutta questa attività organizzativa comporta un grande impegno supplementare da parte dei docenti, lavoro che però, nonostante i buoni propositi, rischia di condurre fuori strada e a sprechi di tempo esagerati. Il tutto complicato dall’eccessivo utilizzo delle piattaforme digitali da parte degli stessi. Infatti, questi strumenti digitali sono accessibili ventiquattrore su ventiquattro e spesso accade che ciò non ponga un freno ai professori che continuamente inviano messaggi alle classi per aggiornamenti sul programma settimanale e quant’altro.

Gli effetti sugli studenti sono diretti e concreti. Sono molti altri i problemi per cui i ragazzi esprimono la loro delusione. Tra questi, quello del tempo concesso da trascorrere insieme a scuola, uno degli unici luoghi, al momento, in cui gli adolescenti possano socializzare dal vivo. Troppo spesso viene saturato da verifiche ed interrogazioni, programmate, a quanto pare, per recuperare il “tempo perso”, con l’unico effetto di aumentare ansie e preoccupazioni degli studenti, in un periodo di per sé difficile per tutti.

Cecilia Gigliotti, 3B