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L’università al tempo del Covid-19: intervista ad una studentessa

di Alessandro Nicastro

Tra il febbraio e il marzo del 2020, con la rapida diffusione della pandemia di Covid-19, l’Italia ha deciso di chiudere le scuole di ogni ordine e grado. Gli insegnanti, per cercare di dare continuità alla didattica, hanno iniziato, dunque, lezioni online. Pertanto, anche le università hanno dovuto chiudere e chiaramente la didattica è stata rivoluzionata. Elena, una studentessa universitaria di 23 anni di Roma, ci ha raccontato la propria esperienza.

Innanzitutto, che corso frequenti e com’era organizzato prima della pandemia?

Allora, frequento l’ultimo anno di “Chimica e tecnologie farmaceutiche” (o semplicemente “CTF”) presso l’università “La Sapienza” e gli anni scorsi andavo a lezione praticamente ogni giorno, dal lunedì al venerdì, e le lezioni duravano, nel complesso, circa 6 ore. Dato che la sede del corso non è vicina a casa mia ero solita prendere i mezzi pubblici. Ogni anno, poi, avevo un numero definito di lezioni “sul campo”, in laboratorio.

Ora, invece, come si sono organizzati per le lezioni?

Da marzo 2020, da quando hanno chiuso scuole ed università, quasi tutti i miei professori hanno organizzato lezioni online con Google Meet (piattaforma di Google pensata per videochiamate e riunioni online, ndr), mentre una professoressa ha deciso di inviarci lezioni preregistrate, cosicché ogni studente possa riascoltarsele quando vuole. Per quanto riguarda le lezioni in laboratorio, invece, si sono organizzati sempre con lezioni preregistrate. Ora comunque, dato che mi trovo all’ultimo anno, non ho più videolezioni ma devo prepararmi per gli esami, per alcuni tirocini e, chiaramente, per la tesi.

Nel complesso, quindi, come pensi sia stata gestita la situazione?

Guarda, effettivamente c’è stato qualche problema ogni tanto, ma nel complesso mi ritengo soddisfatta. L’unico vero problema è stato con la questione del laboratorio: come ti ho detto prima, si sono organizzati con delle lezioni preregistrate, ma chiaramente in presenza è tutta un’altra cosa, è decisamente meglio.

Beh, certo. Come si sono svolti, invece, i tuoi ultimi esami?

Così come le lezioni, anche gli esami sono tutti da remoto. Per quanto riguarda gli orali, si sono organizzati con Meet e alla fine non è cambiato molto. Il problema maggiore, invece, è per gli scritti: li svolgiamo su un sito Internet, Exam, ma ogni volta ho un po’ d’ansia per il timore che si possa chiudere la pagina o che ci possa essere qualche problema di connessione. In realtà, qualche professore ha permesso di fare degli esami in presenza qualche volta, previa prenotazione, ma io in questa situazione ho preferito farli online.

Arriviamo quindi all’ultima domanda. Vorresti tornare a seguire lezioni in presenza?

Assolutamente, perché in questi mesi mi sono resa conto che mi manca il rapporto diretto con i compagni, con i professori. Le lezioni online, alla fine, sono più noiose, più spente. Detto questo, non penso riusciremo a tornare tutti in presenza nei prossimi mesi. Da qualche mese si sono organizzati in realtà con lezioni in presenza per studenti del primo anno, magari con una parte di loro che segue da casa e un’altra da scuola, e potrebbero effettivamente organizzarsi in tal senso anche per noi studenti più grandi…però, ripeto, ora come ora non penso sia fattibile tornare tutti in presenza.

Perfetto, grazie mille per la tua disponibilità.

Per concludere, la pandemia ha portato ad un cambiamento radicale nel modo di concepire la didattica, adottato sfruttando le nuove tecnologie, senza le quali probabilmente la situazione sarebbe stata più difficile da gestire. Tuttavia, è evidente come con le lezioni online si vada a perdere la socialità ed il rapporto diretto con gli altri; gli studenti sembrano risentirne, come ci ha spiegato Elena raccontando la sua esperienza personale. Speriamo dunque che si riesca ad uscire da questa situazione nei prossimi mesi.