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Lo smarrimento dei giovani – Le difficoltà di studenti e professori in DaD

di Giulia Corona

Le difficoltà di studenti e professori in DaD

La didattica a distanza all’inizio sembrava l’unica possibilità per andare avanti con una sorta di normalità e, in pieno lockdown, per mantenere un rapporto col mondo esterno. La professoressa presso il Liceo classico A. D’Oria Alessandra Bertolotto afferma: “Era quasi commovente vedere come certi ragazzi ci tenevano a questo appuntamento giornaliero… insomma a mantenere la normalità. Mi era sembrato infatti un imperativo etico: al primo posto garantire la scuola”. La scuola dovrebbe essere infatti un diritto di tutti, ma purtroppo l’emergenza sanitaria ha accentuato le disuguaglianze già presenti. Secondo un rapporto dell’Istat, circa l’8% degli alunni italiani è rimasto escluso dalla DaD, ma anche per i più fortunati che hanno potuto usufruirne, la DaD ha mostrato successivamente i suoi limiti e le sue difficoltà. “La cosa che secondo me è stata più pesante è stata prestare attenzione alle lezioni, perché stando a casa siamo molto più distratti”, afferma Noemi Chiasserini, studentessa del Liceo classico A. D’Oria. Anche Maddalena Ponte, Liceo scientifico G.D. Cassini, ha riscontrato la stessa difficoltà: “Sei a casa, ascolti una lezione, e magari sei al computer già da tre ore: dopo un po’ ti annoi proprio”.

Un’indagine condotta dall’associazione Save the children indica che il 38% degli studenti percepisce la DaD come un’esperienza negativa e questo li ha allontanati dallo studio, tanto che circa 34mila studenti potrebbero aggiungersi al consueto numero di ragazzi che abbandonano la scuola.

Anche se i professori e gli studenti hanno fatto il possibile per poter mantenere una sorta di normalità nelle loro vite, si sono ben presto resi conto di come sia impossibile portare la scuola nelle case di insegnanti e alunni. “La scuola non è formata dall’insegnante e dagli alunni: è una comunità educante”, dice la professoressa Bertolotto. “Ho visto la grandissima differenza tornando a scuola. Mi sono resa conto che è tutta un’altra cosa: è molto più bello, dà un’energia, una vitalità, una carica completamente diverse”, continua l’insegnante. E aggiunge: “La DaD lascia solo la parte didattica, non la parte emotiva, della relazione”.

La didattica a distanza ha inevitabilmente mutato i rapporti fra compagni e anche fra studenti a professori; Andrea Corradino, I.I.S. Gastaldi Abba, dice: “Il rapporto fra alunni e professori si è rovinato per lo stress causato dalla situazione generale, e anche perché molti alunni hanno un comportamento scorretto e questo fa innervosire i docenti”. “I prof con noi non si relazionano molto, ed è questa la cosa difficile”, afferma Maddalena.

La mancanza di relazione influisce sull’efficacia della didattica: sempre secondo la sopracitata indagine, il 35% degli studenti afferma di sentirsi impreparato. “Quando eravamo a scuola riuscivano a capire cosa non ci era chiaro, ora abbiamo anche meno tempo perché la connessione salta e non riescono a rispiegare”, aggiunge Maddalena.

Le difficoltà pratiche hanno reso difficile lo svolgimento dei programmi, come afferma Noemi:

Forse i professori si sono concentrati di più sul fatto che dovessero mandare avanti un programma, un percorso che è stato pensato per la didattica in presenza, e che quindi secondo me è impossibile applicare nella didattica a distanza”. E continua: “Secondo me si poteva trovare un modo per andare avanti, però comunque tenendo conto della situazione molto difficile in cui ci trovavamo”.

Le difficoltà che riscontrano gli studenti non sono solamente dovute a un aspetto tecnico, ma soprattutto a un fattore emotivo, perché la sofferenza dettata dalla pandemia non ha risparmiato i più giovani. Si è anche instaurata una sensazione di insicurezza e smarrimento dovuta al fatto che contagi e decreti possono modificare l’avvenire più prossimo. Non sapere cosa potranno o dovranno fare l’indomani, toglie ai giovani la possibilità di pensare al proprio futuro; risulta impossibile darsi degli obiettivi e vengono a mancare i sogni e le ambizioni che li animano.