“Persa”, commedia plautina. Recensione

“Persa” è una commedia plautina facente parte dell’elenco di 21 commedie selezionate da Varrone. È probabilmente il risultato dell’unione di due commedie precedenti, l’una riguardo il furto di denaro da parte di un servo e l’altra riguardo la finta vendita di una fanciulla libera.
La commedia racconta la storia di un servo, Tossilo, che riesce a riscattare da un lenone la cortigiana di cui è innamorato, Lemniselene. Per raggiungere il suo obiettivo Tossilo elabora un ingegnoso piano che coinvolge il suo amico schiavo Sagaristione, il suo servitore personale
Trottolino e la figlia di un parassita.

Per riscattare Lemniselene Tossilo deve pagare al lenone Dordalo seicento scudi, così li chiede in prestito all’amico Sagaristione che, a sua volta, li ruba al padrone. L’obiettivo di Tossilo è, però, anche quello di fregare astutamente il lenone per riprendersi i soldi prestati precedentemente dall’amico. Allora, organizza perfettamente una recita nella recita: spaccia la figlia del parassita Saturione per una bellezza araba rapita dai persiani che viene accompagnata da un persiano (che dà il titolo all’opera), interpretato da Sagaristione. Il giorno del riscatto della sua amata presenta la la figlia del parassita e il suo accompagnatore a Dordalo e con astuzia lo convince a pagare seicento scudi per comprare la ragazza. Solo al termine dell’affare Saturione, il parassita, rivela di essere il padre della ragazza, costringendo il lenone a restituirla perdendo tutti i soldi. La commedia si conclude con un allegro banchetto che coinvolge tutti i personaggi, compreso Dordalo che viene deriso e insultato.
I personaggi della commedia plautina, come sappiamo, sono fortemente stereotipati e si ritrovano in situazioni ricorrenti. Il protagonista di questa commedia è Tossilo, classico esempio di servus callidus: è intelligente e scaltro e riesce grazie al proprio ingegno ad imbrogliare il “cattivo” riuscendo ad ottenere da lui il suo obiettivo senza una propria proprietà economica. Altri due personaggi meno importanti, sono gli schiavi che lo aiutano nell’impresa: il primo, Sagaristione, è un amico disposto a far di tutto pur di aiutarlo, per fornirgli i seicento scudi dice esplicitamente di essere disposto a subire le torture del padrone pur di aiutare l’amico. Il secondo, Trottolino, è invece un giovane servitore di Tossilo molto vivace, dalla risposta sempre pronta e spesso volgare e offensiva. Un’ altra figura che compare nell’opera è quella del parassita, Saturione, personaggio privo di dignità o nobiltà d'animo disposto a “prestare” la figlia per amore del cibo. Gli ultimi personaggi da citare sono Dordalo, il lenone, e Lemniselene, la ragazza di cui si innamora Tossilo.
Il primo è una persona spregevole e meschina che sfrutta le ragazze per un tornaconto personale. E’, tuttavia, ignorante e stupido e si fa imbrogliare da Tossilo. Infine, Lemniselene è una cortigiana al servizio di Dordalo che si innamora del “protagonista&”.
Dei luoghi in cui le scene sono ambientate abbiamo, al contrario, una scarsa descrizione. Sappiamo soltanto che le scene si svolgono in una piazza ad Atene dove sono presenti le case di Tossilo e di Dordalo.
Dal testo emergono molte caratteristiche del testo plautino come il ritmo incalzante e il linguaggio ricco di parolacce ed insulti; da notare è la comicità che si crea dal surreale contrasto delle personalità di Saturione, personaggio privo di qualsiasi precetto morale e la figlia saggia che lo corregge usando sempre un linguaggio forbito.

Un altro espediente usato per far ridere il pubblico è quello delle riflessioni di un personaggio che avvengono “a parte”, come se gli altri non ci fossero. Infine, nell’ultima scena è presente quello che viene definito metateatro. Dordalo, infatti ,mentre viene deriso e picchiato dagli altri personaggi chiede al pubblico se trovano giusta questa situazione.

Giacomo Gerbino, III I