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“La felicità delle piccole cose”. Recensione di Alberto Condorelli

“La felicità delle piccole cose” è un romanzo scritto dal’autrice francese Caroline Vermalle e pubblicato per la prima volta nel 2013.

Il protagonista del romanzo è Frédéric, un giovane francese abbandonato molti anni prima dal padre. Egli non si perse d’animo e continuò tenacemente ad inseguire i suoi sogni, diventando un celebre e ricco avvocato a Parigi. Nel corso della sua vita però, preferì circondarsi di oggetti lussuosi e vivere una vita mondana, mettendo da parte i ricordi e i pensieri passati.
Ciò compromise fortemente la sua stabilità economica, tantoché rischiò la confisca di alcune opere e beni preziosi. Un giorno, però, scoprí di aver ricevuto un’ereditá della quale non era al corrente, composta da bigliettini vari e soprattuto da una “mappa del tesoro” che avrebbe potuto capovolgere la sua condizione economica e riportarla alla normalità, data l’innumerevole quantità di clienti persi e i debiti troppo grandi per essere sanati.
Inizialmente, pensó di essere sulle tracce di un quadro di Monet, perciò decise di provare a decifrare la mappa.
Il giovane iniziò, quindi, il viaggio alla ricerca del “tesoro”, accompagnato dalla sua assistente e cuoca Petronille, percorrendo luoghi innevati, celebri giardini e Musei, verso il Nord della Francia.
Durante una delle tante tappe, incontró anche un altro personaggio importante del romanzo, lo zoppo Jamel, con il quale instauró un grande rapporto di amicizia, tanto da coinvolgerlo nel lungo cammino. Il percorso e le singole tappe permisero a Frédéric di far tornare a galla ricordi e sensazioni passate. Il giovane capí, quindi, che i beni più preziosi non sono quelli materiali, bensì quelli immateriali, che ti permettono di provare sensazioni e emozioni uniche.
Caroline Vermalle, attraverso il suo romanzo, fa prendere coscienza dei valori assoluti: la famiglia, l’amore, l’amicizia e la generositá. Il benessere materiale resta, quindi, sterile se non è circondato dal benessere affettivo. Ció che mi ha colpito maggiormente, è stato che l’autrice sia riuscita a creare un connubio tra narrazione e descrizione, capace di mettere in evidenza gli stati d’animo dei personaggi senza far perdere l’interesse al lettore. Grazie alla prosa semplice e fluida il lettore riesce a catapultarsi nella narrazione e a diventare parte integrante della vicenda.
È un romanzo coinvolgente che insegna a stupirsi delle piccole cose, che noi, purtroppo, tendiamo ad ignorare.

Alberto Condorelli, III C