L’eutanasia in Italia

Ormai da tanti anni in Italia si continua a parlare di eutanasia, ma tutte queste discussioni  non hanno ancora portato a una legge. Prima di parlarne, però, è necessario chiarire cosa significa questo termine. Con eutanasia si intende la somministrazione di un farmaco letale da parte di un medico a un paziente che lo richieda e che abbia i requisiti per riceverlo. Questo procedimento al momento non è legale in Italia e in gran parte d’Europa, tranne che per il Belgio, l’Olanda e il Lussemburgo.

Cos’è quindi possibile fare in Italia? In questo momento l’unica possibilità per il malato è quella di rifiutare o sospendere qualsiasi terapia, inclusa appunto quella salvavita. Nonostante questo, il medico può continuare ad aiutare il paziente attraverso una sedazione palliativa per alleviare il dolore. Questo però è possibile solo dal 2017 grazie alla legge 219. In ogni caso al medico non è permesso di somministrare nessun farmaco per velocizzare la morte del paziente. Nonostante buona parte della popolazione sia favorevole all’eutanasia, nessuna legge è mai stata fatta per regolarla. 

I motivi vanno ricercati probabilmente nelle origini e nelle tradizioni cristiane che sempre hanno influito e sempre influiranno sul nostro paese. Il solo passo che è stato fatto in questa direzione è  l’introduzione nel 2018 del testamento biologico, che permette al malato di decidere in anticipo a quali scelte terapeutiche e trattamenti  sottoporsi, nel caso in futuro perda la capacità di decidere o comunicare. Visto e compreso questo, è necessario capire cosa si può fare. Infatti in Italia ci sono tante persone, che affette da gravi malattie e con alle spalle diverse difficoltà, chiedono tutt’oggi di poter morire in maniera dignitosa. Chi siamo noi per vietare o impedire ciò? Proprio nessuno. Quindi è giunto il momento di mettersi al passo, almeno da questo punto di vista, con le nazioni più avanzate a livello europeo, come la Svizzera o il Belgio. Questo agevolerebbe i malati o i loro parenti, costretti ad andare in questi paesi per sottoporsi a questa pratica. In conclusione, l’Italia si trova ancora una volta in una situazione molto arretrata e come al solito pur di salvarsi la faccia, sembra disposta a limitare la libertà, pure quella di morire.

Di Nicola Pancotti