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LE DIPENDENZE AFFETTIVE – Cosa vuol dire essere dipendenti da una persona?

La dipendenza affettiva fa parte delle “nuove dipendenze”, vale a dire processi che presentano le stesse caratteristiche della tossicodipendenza, ma non sono causati dall’azione di una sostanza di abuso. Tutte le forme di dipendenza hanno qualcosa in comune: possono essere viste come tentativi di mantenere sotto controllo le proprie emozioni attraverso esperienze che ricoprono le seguenti funzioni:

  • Alleviare la noia

  • Incrementare le sensazioni di benessere

  • Allontanare la tristezza, il dolore e ogni tipo di emozione spiacevole

Quello che, invece, differenzia una dipendenza da un’altra, è proprio la particolare esperienza, o comportamento, che aiuta la persona a gestire gli alti e i bassi della propria vita e che, con l’instaurarsi dell’assuefazione, diventa un’inevitabile trappola. Nel caso della dipendenza affettiva, le esperienze ricadono all’interno di due categorie:

  1. Le fantasie romantiche, che aiutano ad attenuare la paura della solitudine e del rifiuto, promettendosi “felicità eterna”

  2. L’esperienza del legame di attaccamento, che placa la paura, consapevole o inconsapevole, di essere abbandonati e illude di eliminare la solitudine e le carenze nell’autostima

Per alcune persone, le relazioni diventano fonte di insoddisfazione e frustrazione ma, per quanto portare avanti questo legame sembri difficile, il pensiero di rimanerne privi è di gran lunga peggiore. La dipendenza affettiva si instaura proprio all’interno di questa tensione tra il “non poter vivere con” e il “non poter vivere senza”: il funzionamento della persona dipende dalla propria relazione affettiva.

Nelle prime fasi dell’innamoramento, le persone esibiscono diversi sintomi correlati alle dipendenze, sia da sostanze che comportamentali, tra cui euforia, astinenza, tolleranza, dipendenza fisica e psicologica, ricaduta. L’amore, dunque, potrebbe essere paragonato a una sostanza d’abuso, e da entrambi è possibile sviluppare una dipendenza. Trovarsi in una relazione stimola le aree cerebrali legate alla ricompensa, proprio come le droghe; allo stesso tempo, portare a termine una relazione può provocare ansia e depressione. Le risposte emotive, in tutti e due i casi, si legano strettamente alle reazioni fisiche, creando una potente spinta verso l’instaurare o il mantenere una relazione affettiva: la relazione, dunque, diventa l’obiettivo e, allo stesso tempo, la ricompensa, che consentirà alla persona dipendente di ridurre la sofferenza e sentirsi meglio. Uno dei centri cerebrali legati alla ricompensa si trova all’interno del sistema limbico: quest’area costituisce il centro di controllo delle risposte emotive, governando il rilascio della dopamina, un neurotrasmettitore che induce sensazioni di benessere ed euforia. Alcune sostanze, come la cocaina ad esempio, stimolano un incremento del rilascio di dopamina. Anche le dipendenze comportamentali possono creare le condizioni in cui viene stimolata la produzione di dopamina: il cervello, in questo caso, viene “addestrato” a rilasciare dopamina in corrispondenza di particolari comportamenti, come lo shopping o il gioco d’azzardo o, in questo caso, la vicinanza alla persona oggetto della dipendenza. L’associazione americana “Love Addicts Anonymous” (Dipendenti Affettivi Anonimi) ha delineato alcuni profili tipici dei dipendenti affettivi:

  • Dipendente affettivo ossessivo. Non riesce a distaccarsi dalla propria relazione, anche se il partner non è emotivamente o sessualmente disponibile, incapace di comunicare, distante, svalutante, abusante, egocentrico, egoista, controllante, a sua volta dipendente da qualcos’altro (alcool, droghe, gioco d’azzardo, etc.)

  • Dipendente affettivo codipendente. Nella maggior parte dei casi, soffre di mancanza di autostima e cerca di trattenere con sé la persona da cui dipende, ad esempio prendendosene cura, controllandola con strategie passivo aggressive, o accettandone gli abusi. In genere, il dipendente affettivo codipendente farebbe qualsiasi cosa per “prendersi cura” del proprio partner, nella speranza che, un giorno, venga ricambiato.

  • Dipendente dalla relazione. Al contrario delle altre tipologie, non è più innamorato del partner, ma non riesce comunque a lasciarlo. Di solito, sono estremamente infelici e spaventati dal cambiamento e dalla possibilità di rimanere da soli.

  • Dipendente affettivo narcisista. Questa tipologia di dipendente usa la seduzione e la dominazione per controllare il proprio partner. Al contrario del codipendente, che accetta la sofferenza, il narcisista non lascia che qualcosa interferisca col proprio benessere e non appare in alcun modo preoccupato della relazione. Quando, però, si trova di fronte alla minaccia di un abbandono, cerca di mantenere la relazione, fino ad arrivare alla violenza.

  • Dipendente affettivo ambivalente. Questa categoria, generalmente, soffre di un disturbo di personalità evitante, che causa una ricerca estenuante dell’amore, ma allo stesso tempo il terrore dell’intimità. Questa combinazione può portare, in alcuni casi, a ricercare l’amore di persone non disponibili mentre, in altri, a interrompere le relazioni non appena queste iniziano a diventare più intime e serie.

  • Seduttore rifiutante. Questo dipendente affettivo ricerca un partner per ottenere affetto, per poi, quando si sente insicuro, rifiutarlo, in un ciclo continuo di disponibilità e indisponibilità.

  • Dipendente romantico. La dipendenza, in questo caso, riguarda partner multipli. Al contrario, però, dei dipendenti sessuali, che cercano di evitare i legami, i dipendenti romantici instaurano legami con tutti i loro partner, in gradi diversi, anche se le relazioni sono di breve durata o si sviluppano contemporaneamente.

Cause della dipendenza affettiva

Le cause vanno ricercate in particolari dinamiche familiari che hanno portato la persona dipendente a costruirsi un’immagine di Sé come di persona inadeguata, indegna di essere amata, dove il “termometro” della propria autostima è nella capacità di sacrificarsi per la persona amata. Sono persone che riescono a tollerare tradimenti o anche violenze da parte del partner perché senza di lui si sentirebbero completamente perse. Teniamo anche presente che molte donne, dipendenti affettive, hanno subito abusi sessuali, maltrattamenti fisici ed emotivi durante l’infanzia che non sono da sole riuscite ad elaborare.

Come uscire da una situazione di dipendenza

1) Riconoscere e accettare ciò che si è vissuto
2)Imparare a stare da soli
3)Ricercare le cause che hanno portato alla dipendenza

Essere dipendenti da sostanze, quali stupefacenti, alcool e videogiochi è grave, ma a mio avviso la patologia più nociva ed incisiva, che implica anche la sofferenza di più persone, è la dipendenza affettiva. Di sicuro a volte può capitare di dipendere dal proprio partner, di mettere la vita dell’amato prima della propria e/o di essere possessivi/ossessivi e gelosi; ma esagerare in questi casi porta ad una forma di malattia che man mano può aggravarsi, e questo è proprio il caso delle dipendenze d’amore. Chi manifesta questa patologia può soffrire a tal punto da arrivare all’esaurimento e alla depressione. L’unico modo per sconfiggere ciò è prendere consapevolezza del problema e portare la persona affetta da questa dipendenza in apposite strutture affinché venga seguita da uno psicologo.

Noemi Mattina III E