Critica teatrale di“Conversazione su Tiresia”

di Serena Carato 3a

Durante la pandemia, insieme a molte altre strutture, anche i cinema e i teatri hanno chiuso per ragioni di sicurezza e distanziamento sociale. Le persone hanno guardato film, programmi, spettacoli e serie tv in casa; in classe, usando il cd, noi abbiamo visto uno spettacolo teatrale chiamato “Conversazione su Tiresia”, che andò in scena al Teatro greco di Siracusa, in Sicilia, nel 2018.

Regia di Roberto Andò, lo spettacolo è stato scritto e interpretato da Andrea Camilleri che impersona Tiresia, un personaggio indovino e cieco della mitologia greca a cui lui si sente legato proprio per il fatto che entrambi, la persona e il personaggio, siano ciechi. Durante la messa in scena, Camilleri ha raccontato di Tiresia in prima persona proprio come se lui stesso stesse descrivendo quello che successe in passato; durante la storia, Tiresia incontrò uno svariato numero di personaggi, come Zeus, la moglie Era e la dea Atena, ma anche vari scrittori e poeti di epoche diverse, fino a quelle recenti. Lo spettacolo è composto da un atto unico della durata di circa un’ora e mezza.

La scenografia è composta da alcuni mobili e oggetti: una sedia di legno su cui Camilleri sedeva, alla sua destra un tavolino di legno quadrato con sopra una bottiglia, un bicchiere vuoto e un posacenere, sotto il tavolo due bottiglie d’acqua e dei libri, alla sua sinistra si trovavano una lampada accesa e circondata alla base da qualche libro, delle valigie di cuoio con sopra, o accanto, delle piccole pile di libri, infine una roccia di piccola grandezza. Davanti a Camilleri, per tutta la durata dello spettacolo, era seduto per terra un ragazzo. La scenografia era circondata da dei proiettori di luce che illuminavano il centro e lo facevano risaltare.

Camilleri parlava con un tono di voce lento e calmo, e per parlare usava delle parole non troppo complesse, che sono comunque facili da capire anche per ragazzi della mia età; ogni tanto, durante lo spettacolo, lui faceva qualche riferimento o citazioni ad alcuni dei suoi libri e, quando faceva delle battute, il pubblico rispondeva sempre applaudendo o ridendo.

Durante lo spettacolo teatrale, inoltre, sono stati usati anche degli effetti sonori, come il suono di un tamburo, per creare atmosfera o far risaltare un certo momento del racconto; dietro Camilleri, tanti schermi messi uno accanto all’altro e sovrapposti, formavano un enorme schermo che cambiava a seconda dell’argomento di cui si parlava; a volte faceva da sfondo, mostrando un cielo stellato o delle rocce, a volte era di aiuto al racconto mostrando immagini di statue di personaggi, piccoli brani di testi o volti di scrittori e poeti.

In conclusione, questo spettacolo teatrale mi è piaciuto molto. L’ho trovato interessante e intrigante da guardare, mi ha fatto piacere che lo abbiamo potuto vedere in classe; mi è piaciuto il modo rilassante che Camilleri usava per parlare, una cosa che mi ha sorpreso sono stati il modo e i momenti in cui erano usati gli effetti sonori, perché davano più atmosfera e facevano proprio risaltare quelle parti del discorso in cui erano usati, dandogli più importanza: questo spettacolo teatrale lo consiglio molto anche a ragazzi e ragazze della mia età.

Fonte: https://images.app.goo.gl/ouY5AwBNqoeaKm7p8