Le avventure della cinematografia

In molti il pomeriggio si recano al cinema o si parla di cinematografico … ma sappiamo tutti la sua storia? Le sue origini? O le sue evoluzioni?
La storia del cinema ha avuto inizio il 28 dicembre 1895, quando a Parigi, nel Grand Café del Boulevard des Capucines, i fratelli Louis e Auguste Lumière, creatori la cinematografo, proiettano i loro brevissimi film, della durata di circa un minuto. I fratelli Lumière sottovolutavano l’importante potenzialità nel cinematografo. Per questa invenzione fu importante il sistema di registrazione e proiezione di filmati a tre colori dell’inventore Edward Turner. Il problema è che questa invenzione non funzionava al meglio e Turner chiese l’aiuto a Charles Urban, un americano venuto in Europa, che aveva a che fare col mondo del cinema e se ne intendeva di film. Assieme a Albert Smith, Urban riuscì a semplificare l’invenzione di Turner rendendola più facile da utilizzare e soprattutto più funzionale.

Le prime proiezioni riguardano la vita quotidiana e la più famosa di tutte è l’uscita degli operai da una fabbrica. Queste tipo di sceneggiatura può essere chiamate cinema “popolare” perché gli attori sono uomini e donne comuni che tornano a casa dopo aver finito il loro turno lavorativo.
Poco dopo la proiezione di queste immagini vi era in sala un narratore che spiegava la pellicola, anche se erano sequenze create per catturare il movimento, non per raccontare una storia. Il cinema come lo conosciamo noi nasce nei primi anni del Novecento con la proiezione di pellicole in grandi sale, grazie alle quali la figura del narratore scompare e vengono inserite le didascalie direttamente nel film.

Sempre più il cinema si impone come mezzo di divertimento accessibile a tutti, grazie alle grandi sale e al prezzo contenuto dei biglietti.

La nascita del cinema in Italia

Dopo il 1905 il trend produttivo del nascente cinema italiano registra una crescita vertiginosa sia per numero di società che di film prodotti: dai cinquanta titoli del 1905 si passa ai circa 370 del 1908. Alcune società proseguono nella loro opera di riorganizzazione interna.

Nel 1909 il settore patisce gli effetti di una crisi economica più generale: la crisi in realtà investe soprattutto la distribuzione, che vive una fase di sofferta riorganizzazione, con il graduale passaggio dal sistema della vendita diretta delle pellicole al sistema del noleggio. Una conseguenza negativa di questa crisi è la sovrapproduzione, ossia l’eccesso di offerta di titoli rispetto alle capacità di assorbimento del mercato interno. Il primo cinema italiano dimostra di possedere una rapida e capillare capacità di penetrazione sui mercati esteri.

Dopo il superamento della crisi, il cinema italiano vive una fase di decollo: tra il 1909 e i primi anni Venti il nostro cinema realizza un numero di film vertiginoso; ma il vero boom si registra tra il 1912 e il 1914. A partire del 1911 alcune case cinematografiche iniziano da allungare i tempi di durata dei film, passando dai 15 minuti a un’ora, un’ora e mezza. La graduale affermazione del lungometraggio è un fenomeno internazionale, ma il contributo dell’Italia è particolarmente importante: negli Stati Uniti, per esempio, sono proprio i lungometraggi italiani a imporre l’affermazione di questa nuova formula di produzione e programmazione.

Negli anni Venti il cinema italiano ha una nuova battuta di arresto e solo una piccola percentuale dei film in circolazione è di produzione italiana. Mussolini, al potere dal 1922, si preoccupava nei primi anni solo dell’informazione e della propaganda, istituendo allo scopo nel 1924 l’Istituto Luce. Negli anni ’30 il fascismo prova ad invertire la rotta e in campo cinematografico comincia a sovvenzionare la produzione nazionale e a limitare la circolazione di film stranieri. Nel 1932 viene inaugurata la Mostra del Cinema di Venezia, nel 1935 il Centro Sperimentale di Cinematografia e nel 1937 Cinecittà.

Cinema muto e cinema sonoro

Il cinema muto è la prima forma di cinema che va dal 1895 al 1927. Nel cinema muto gli attori dovevano enfatizzare, aiutati solo dal ritmo musicale dal vivo di pianisti o organisti e raramente da un’orchestra, sia le emozioni sia le situazioni che si venivano a creare per far capire la circostanza degli eventi.

Al contrario, nel cinema sonoro si accompagnavano le immagini con il suono dei dialoghi. Il pioniere del sonoro fu il francese Eugère Augustin Lauste e il primo film di questo tipo fu “Il cantante di Jazz” diretto da Alan Crosland e uscito nelle sale nel 1927. Già da subito il pubblico comincia a preferire il sonoro perché era possibile ascoltare i dialoghi tra gli attori, mantenendo comunque la musica, e questo porta al declino e, successivamente, alla scomparsa del cinema muto.

L’attore per eccellenze definito anche maestro del cinema muto è il famoso Charlin Chaplin, nato il 16 aprile del 1889 a Londra da una famiglia che già era immersa nelle pratiche teatrali e dello spettacolo. La grande svolta, però, non arriva né col teatro né con la pantomima circense: il suo trampolino di lancio fu il cinema, dove si contraddistinse da altri grandi attori del tempo per la straordinaria capacità espressiva del suo volto.

È conosciuto come comico, attore, regista, sceneggiatore, compositore e produttore cinematografico. I principali film, a cui lui lavorò sia da attore che da regista o da sceneggiatore, sono Il monello (1921), La donna di Parigi (1923), La febbre dell’oro (1925), Il circo (1928), Luci della città (1931), Il grande dittatore (1940), Un re a New York (1957) e La contessa di Hong Kong (1967).

L’avvento del cinema a colori

Uno degli aspetti più interessanti nella cinematografia è il passaggio dal nero e bianco ai colori. I primi film o cortometraggi erano in bianco e nero dove i lineamenti delle scene erano poco definiti ma avevano e hanno tutt’oggi il loro fascino; mentre con l’avvento del colore si accentua il carattere realistico del film e inizialmente i fotogrammi venivano colorati uno alla volta.

La prima proiezione pubblica di un filmato a colori si svolge l’8 luglio 1908, nel corso di una conferenza scientifica a Parigi, alla presenza dei padri del cinema i fratelli Lumière. Mentre in Italia la prima proiezione a colori avviene nel 1952 con il film intitolato “Totò a colori” sfruttando la tecnologia tutta italiana del “Ferraniacolor”.

La donna nella cinematografia

Per molti anni a Hollywood la figura femminile veniva vista come di supporto e dipendente dalla figura maschile e la donna veniva raffigurata principalmente nel ruolo di brava moglie. A partire dagli anni Sessanta il ruolo della donna viene considerato paritario a quello dell’uomo, e, grazie anche all’avvento del femminismo, le donne cominciano ad interpretare ruoli più indipendenti. Negli anni successivi la donna è stata rappresentata in modi completamente diversi nel cinema, attraverso storie di maternità o rappresentazioni di donne crudeli, traditrici e manipolatrici.

 

Il cinema è stata una delle più grandi invenzioni che l’uomo poteva compiere, che ha fatto grandi passi avanti e che ancora continuerà a sorprenderci.

Sofia Bartoli e Sara Procopio 4A