Consumo etico, esiste davvero?

Il consumismo, cioè l’acquisto indiscriminato di beni di consumo, è un fenomeno sempre più diffuso nei paesi maggiormente sviluppati, questo comporta molteplici effetti negativi, primo fra tutti l’inquinamento e l’abuso delle risorse naturali presenti sul pianeta. 

Il consumismo rappresenta uno dei principali nemici della tutela ambientale. Alla produzione costante di nuovi beni e all’inquinamento derivante dai processi produttivi, bisogna aggiungere lo scarto di ciò che si possiede, non perché vecchio o rotto ma solo perché superato o non più “di moda”.

È stato stimato che in Occidente acquistiamo vestiti per il 400% in più rispetto a venti anni fa: in questi ultimi decenni gli indumenti sono diventati sempre più economici e di qualità inferiore e le persone sono quindi portate a comprare sempre più abiti che utilizzano anche solo per una stagione. Non a caso è stato coniato il termine “fast fashion” che appunto sta ad indicare la prassi di produrre vestiti economici da utilizzare per un tempo estremamente ridotto.

Affermare che basterebbe evitare l’acquisto di beni ricollegabili all’industria del fast fashion è frutto di una visione fin troppo semplicistica di quello che è un problema molto più complesso. Infatti i brand sostenibili sono, per ovvie ragioni, più costosi e spesso anche poco inclusivi verso le taglie forti.

È quindi il consumo etico una possibilità limitata a una classe sociale più alta? La risposta è: no. È accertato che una maggiore disponibilità economica permetta uno stile di vita che è, in generale e dal punto di vista ambientale, più sano. Allo stesso tempo però, ci sono varie azioni che chiunque, acquistando prodotti essenziali (abbigliamento e cibo in particolare), può compiere a beneficio del pianeta. Un esempio è comprare abiti di seconda mano, un’attività sempre più popolare che permette di spendere poco e di avere un impatto ambientale minimo.

Alla fine dei conti, qualsiasi ambientalista concorderà sul fatto che ciò che possiamo fare per aiutare il pianeta è evitare sprechi ed eccessi, indipendentemente da cosa e dove compriamo.

Francesca Nestre, III I