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Quanto sono rilevanti i videogiochi nella psicologia dei giovani?

Che sia un computer, una nintendo o una Xbox 360, le consolle per videogiochi hanno da sempre accompagnato generazioni, di ragazzi e non, in pomeriggi interminabili di svago.  Ma cos’è un videogioco? Ovviamente la stragrande maggioranza di noi, dai più grandi ai più piccoli sa già di cosa stiamo parlando, ossia di un gioco che tramite apposite periferiche come un joystick o una semplice tastiera da computer permette di interagire con le immagini proiettate sullo schermo. Si può giocare da soli o in competizione con altri giocatori sia da remoto e sia a distanza grazie alle nuove console con una connessione internet. A differenza dell’idea negativa a cui noi tutti siamo abituati riguardo a questi apparecchi elettronici i videogiochi sono degli ottimi strumenti per sviluppare nei ragazzi capacità cognitive e di logica purché si scelgano dei videogiochi adatti e che stimolino tali capacità, non esagerando però con le ore trascorse davanti ad esso. Purtroppo però come dimostrato da molte ricerche di mercato quelli che vanno per la maggioranza sono proprio quei giochi che educano alla violenza e alla competizione, ecco perché da qui nasce una vera e propria dipendenza nei ragazzi che si ritrovano a trascorrere ore ed ore davanti allo schermo pur di raggiungere la “vittoria” all’interno del videogioco stesso. Quali possono essere quindi le conseguenze di un atteggiamento sbagliato nei confronti di questi giochi? 

Partiamo col dire che nel 2018 la dipendenza da videogiochi è stata riconosciuta e sarà ufficializzata a partire dal 1 gennaio 2022 dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) come una malattia mentale a tutti gli effetti. Per capire quando un ragazzo sviluppa una vera e propria dipendenza da essi vengono esaminati una serie di fattori: come la frequenza con cui si gioca, la durata, il contesto ed anche l’intensità (calcolata in ore) di utilizzo. Un vero e proprio dipendente quindi, nel caso dei giovani è colui che mette i videogiochi prima della scuola, della salute e del proprio benessere psicologico e fisico. I sintomi più comuni infatti presenti in questi ragazzi sono diversi:  irritabilità, focus mentale concentrato solamente al gioco con cui si sta giocando, tendenza a litigare con amici e parenti per nascondere l’eccessivo utilizzo e molti altri. Ecco perché in questo caso i genitori svolgono un ruolo estremamente importante per far sì che il ragazzo abbandoni progressivamente questo atteggiamento, incuriosendolo verso nuove attività e stabilendo dei limiti per rendere l’esperienza di gioco uno svago occasionale e non una costante nella vita del ragazzo.

Alessia Carace, V E