Lettera dal futuro_A.C.

Carissima Francesca,

molte volte mi hai chiesto come io sia riuscita a superare il periodo di pandemia quando ero ragazzina e avevo la tua età, ma non ti ho spiegato precisamente come mi sono sentita . Con questa lettera voglio farti conoscere tutto quello che ho provato.

Come posso dimenticare l’anno 2020, un periodo così difficile ma che allo stesso tempo, sotto certi aspetti, si è dimostrato utile.
A quell’epoca avevo quindici anni, quando ci misero in quarantena per ben tre mesi. Tutta l’Italia era obbligata a rimanere a casa e si poteva uscire solo per
acquistare i beni di prima necessità. Per un adolescente non è stata di certo una bella notizia dato che non si poteva uscire, incontrare gli amici, andare a feste e svagarsi. Difatti, l’unico modo per vedere i miei coetanei era tramite uno schermo. A quel tempo non potevamo andare a scuola perché la situazione era molto grave, quindi facevamo lezioni a distanza via internet.
Per quanto mi riguarda
passai con serenità questa quarantena, perché bisogna sempre guardare il lato positivo delle brutte cose e io riuscii a trovarlo. Pertanto posso dire che essere stata in quarantena non fu affatto faticoso per me. Io sono riuscita a recuperare un bellissimo rapporto con la mia famiglia che tuttora ho.

Prima della pandemia eravamo distaccati, tutto ciò quindi è servito a riappacificarci e creare un legame straordinario tra noi. Prima, quando uscivo con i miei amici, rientravo a casa con dispiacere perché per me significava la fine di una giornata, e mi infastidivo solo al pensiero di sedermi a tavola con i miei genitori e parlare con loro. Dopo il periodo di epidemia, invece, non vedevo l’ora di tornare a casa per passare del tempo in loro compagnia, per divertirci insieme e confidare loro le mie cose private.

Ovviamente le giornate a volte potevano diventare noiose ma io non mi arrendevo anzi, cercavamo io e i miei genitori di occupare il tempo con giochi, film, la cucina e trovare spazio per noi stessi.

Il periodo più brutto arrivò a marzo, quando persi mia nonna. La cosa che mi rattrista maggiormente, forse dovuta anche alla rabbia, è che non riuscii a vederla, toccarla e passare con lei gli ultimi giorni di vita. Eravamo tutti a casa e una persona normale potrebbe pensare che in quel momento così cupo, stare rinchiusi avrebbe peggiorato le cose. Invece nel mio caso andò diversamente. Ovviamente la pensavo costantemente ma in modo felice, ricordavo il tempo passato insieme ed ero grata di aver avuto una nonna come lei.
Grazie al sostegno della mia famiglia riuscimmo superare insieme questo evento drammatico.
Poi arrivò maggio pian piano quel brutto periodo se ne stava andando e finalmente dopo tanto tempo rividi le mie migliori amiche. Riuscivamo a vederci ogni sabato, se ci penso ora erano strani incontri , dovevamo indossare la mascherina, avere dei guanti ed essere distanziate almeno un metro. Ma per vederci, l’unico modo era rispettare le regole.

Indubbiamente quel periodo è stato utilissimo anche dal punto di vista della mia crescita personale. Ero diventata più matura, ormai tutte le piccole cose come fare una passeggiata, un saluto e un semplice abbraccio non le davo più per scontate. Ciò ha scatenato in me una forte sensibilità che prima non avevo e che tuttora ho .

Cara Francesca, stai vivendo gli anni più belli della tua vita, ma con questa lettera voglio anche dirti che se volessi migliorare i rapporti con la tua famiglia, amici o cercare di maturare, puoi anche non aspettare una pandemia mondiale ma cominciare da subito.

Spero di averti fatto capire come ho vissuto la mia vita da adolescente in quarantena che alla fine non si è rivelata troppo dura.

Ti abbraccio forte.

A. C.