DEATH PARADE (デス・パレード)

Perché moriamo? Dove andiamo una volta passati a miglior vita? Saremo giudicati per il nostro comportamento? Esistono l’inferno e il paradiso? Le nostre anime si reincarnano in altre forme di vita?

Queste sono solo alcune delle domande che l’uomo si pone da sempre e che vengono affrontate nell’anime “Death Parade”.

La serie d’animazione giapponese, tratta dall’omonimo manga e trasmessa per la prima volta nel 2015, affronta, in soli 12 episodi da 20 minuti l’uno, tematiche delicate come la morte e il suicidio in modo tutt’altro che superficiale e rendendolo accessibile anche ad un pubblico giovane e sensibile, quali sono gli adolescenti.
Uno dei protagonisti è Decim, oste di quello che potrebbe sembrare un banalissimo bar, ma che in realtà si rivelerà essere il luogo di passaggio tra redenzione e condanna eterna, destini raggiunti alla fine dell’incontro con il misterioso barman, che farà da giudice. Sarà infatti possibile accedere al locale solo dopo essere morti, non importa secondo quali circostanze, e dopo aver perso i ricordi degli ultimi momenti che ci hanno condotto nell’aldilà. Dietro al bancone ci aspetteranno Decim e Chiyuki, la sua nuova assistente, che ci inviteranno a prendere parte ad uno dei numerosi giochi possibili che deciderà la nostra sorte in base alla condotta mantenuta. Con lo scorrere dei minuti, i partecipanti riveleranno sempre più loro stessi e i loro segreti, e attraverso il graduale recupero della memoria acquisteranno un comportamento spesso cinico che porterà alla visione di diverse scene macabre. Una volta terminata l’attività, i giocatori saranno mandati davanti a due ascensori distinguibili tra loro solo attraverso le sovrastanti maschere del teatro giapponese di una geisha e di Han’nya (metafora dell’angelo e del demone). Il primo porterà alla reincarnazione dell’anima e il secondo la condannerà all’eterno vuoto.

Durante la visione si verrà a contatto con personaggi aventi diversi comportamenti e morali, molti si pentiranno delle loro azioni, alcuni si innamoreranno, altri perderanno i loro cari e altri ancora bareranno. Ogni situazione presentata spingerà lo spettatore ad immedesimarsi in loro e domandarsi quale sia l’idea di bene e male, giusto e sbagliato. Un ruolo chiave lo avrà Chiyuki, di cui scopriremo gradualmente la storia che cambierà radicalmente il destino del locale e dei giudici delle anime.

Arrivati a questo punto non vi rimane altro che aprire Netflix o Amazon Prime e avventurarvi nella visione di “Death Parade”, ne uscirete ancora sicuri delle vostre idee e principi?

Giada Bruseghini 3AL