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Virginia Woolf, l’importanza di avere una “stanza tutta per sè”

L’ uguaglianza di genere è una condizione che prevede, sia per gli uomini che per le donne,  pari trattamenti e,  in egual modo, l’accesso a risorse ed opportunità lavorative e sociali. Sono molte le donne ad essersi opposte alla disparità di genere, mostrandosi capaci di eguagliare l’uomo che, si era auto dichiarato come “sesso predominante”. La figura femminile si è imposta a partire dal 1900, quando nasce il movimento femminista che prevede eguali diritti per entrambi i sessi. 

Adeline Virginia Woolf, nota come Virginia Woolf è conosciuta per essere tra le prime donne che hanno lottato per la parità di genere e oggi ne è diventata uno dei più grandi esempi. Nata a Londra il 25 Gennaio del 1882 è stata, oltre che un’ attivista, scrittrice e saggista. 

Una donna deve avere soldi, cibo adeguato e una stanza tutta per sé per poter scrivere”- ha scritto Woolf nel celebre saggio “Una stanza tutta per sé”, in cui sottolinea che per ottenere l’emancipazione delle donne occorre avere una certa indipendenza economica e intellettuale, da sempre negata alle donne. Un’ altro saggio molto importante è sicuramente “Le tre ghinee”, atto di denuncia di una società prettamente patriarcale, incentrata sulle guerre e sulla sopraffazione dell’altro e di valori etici e morali propri della cultura maschile, Virginia scrive- “Io, in quanto donna, non ho patria. In quanto donna, non voglio una patria. In quanto donna, la mia patria è il mondo intero.”

La lista dei generi scritti da Woolf è molto ampia, si espande dai romanzi ai racconti brevi, ai numerosi saggi, ai diari, le lettere e le biografie. Ma non solo, dal 1904 al 1941, Virginia Woolf si dilettò a scrivere diversi articoli e recensioni su molte riviste soprattutto su “The Times Literary Supplement”. 

La tentata violenza sessuale da parte di uno dei suoi fratellastri nel 1888 e la morte della madre avvenuta nel 1895, con cui aveva stabilito un legame affettivo molto forte, determinarono la nevrosi di cui soffrì la scrittrice, malattia che all’epoca non si poteva curare con farmaci adeguati. La malattia ridusse la sua attività letteraria e, nell’estate del 1940, scrisse la sua ultima opera, mentre le sue crisi depressive si  fecero sempre più violente. Il 28 Marzo del 1941, Virginia si riempì le tasche del suo soprabito di pietre e si lasciò annegare nel fiume Ouse.

Fu la tragica fine di una brillante scrittrice che, ancora oggi, viene ricordata per la sua letteratura di successo, ma soprattutto per aver reso noto il problema della disparità di genere, in un periodo travagliato dalle guerre ed in cui la condizione femminile non era considerata un problema. Nominata dalla famosa rivista “Time” come una delle 100 donne che ha cambiato il mondo, Virginia Woolf ha fornito un incoraggiamento per combattere affinché “il cuore di un poeta preso e intrappolato in un corpo di donna” avesse le medesime opportunità di un uomo, di avere successo e di restare nella storia.

Nicole Maria Crimini, 4 A-SIA