Perché legalizzare le droghe leggere

Al giorno d’oggi uno dei problemi più dibattuti è la legalizzazione o meno della cannabis ad uso ricreativo.
La storia insegna che il proibizionismo non sempre ha avuto gli effetti desiderati, anzi, in molti casi si è rivelato un fallimento alimentando a dismisura, come tutti sappiamo, il traffico illegale di droghe e sostanze illecite gestite dalla criminalità organizzata.
C’è da dire, infatti, che legalizzando le droghe leggere si avrebbero diversi effetti sociali tra i quali allontanare i giovani, spesso alla ricerca di sballo, dalle droghe cosiddette pesanti; ne è esempio l’Olanda dove la legalizzazione delle droghe leggere ha fatto sì registrare un leggero incremento del consumo di marijuana, ma di contro si è avuta una costante diminuzione della percentuale di giovani che hanno utilizzato tipi di sostanze notevolmente più pericolose.
In Italia i numeri ci dicono che il 38% (pari a 870.000) dei ragazzi ha utilizzato almeno una volta una sostanza psicoattiva illegale nel corso della propria vita; ciò conferma che il fenomeno è ormai talmente diffuso che avrebbe di certo più senso regolarlo che proibirlo. A testimonianza di ciò si potrebbe riportare il caso dello Stato del Colorado dove dal Gennaio 2014 l’uso della marijuana a scopo ricreativo è stato legalizzato. La legittimazione della vendita e quindi del consumo ha portato per lo Stato un aumento delle entrate tale che in 5 anni il gettito fiscale ha raggiunto il miliardo di dollari e nel 2018 ha toccato il record di 266 milioni di dollari in 12 mesi. I risultati empirici hanno anche smentito che ci siano stati aumenti nel consumo di droghe leggere, anzi in 5 anni tale percentuale è scesa 28% al 19% e non si sono registrati neanche significativi aumenti dei costi sanitari. È notizia di pochi giorni fa che anche lo Stato di New York ha approvato il disegno di legge per legalizzare il consumo di marijuana a scopo ricreativo. La legalizzazione, infatti, potrebbe apportare numerosi benefici sotto diversi aspetti: un maggior gettito fiscale (in Italia alcuni studi stimano un beneficio netto per lo Stato quantificabile in circa 6/8 miliardi di Euro), una netta riduzione delle spese utili alla repressione della criminalità organizzata che perderebbe gran parte della propria forza, una maggior sicurezza e qualità del prodotto in circolazione che sarebbe soggetto a severi controlli.
Ci definiamo una società moderna e democratica, ma continuare a ritenere illegali sostanze non potenzialmente pericolose ed anzi, talvolta persino terapeutiche, è un freno che forse dovremmo impegnarci a rimuovere. Non va dimenticato, infatti, che sostanze come la marijuana possono essere utilizzate anche per combattere le fastidiose e dolorose conseguenze della trattamento chemioterapico o dell’utilizzo dei pesanti farmaci anti-Aids arrivando spesso addirittura a prolungare la vita del paziente. Non a caso di recente la Commissione sulle Droghe Narcotiche (CND) dell’ONU ha riconosciuto le proprietà curative della cannabis rimuovendola dalla tabella della Convenzione unica degli stupefacenti redatta nel 1961, che la vedeva elencata accanto a sostanze dannose come la cocaina e l’eroina.

Un importante sostenitore a favore della legalizzazione è il professor Veronesi, oncologo di fama ed ex Ministro della Salute, il quale sostiene che vietare l’uso di una sostanza come la cannabis, utilizzata da circa il 70% della popolazione, è senza dubbio una mossa destinata al fallimento. Egli ritiene addirittura che, pur sostenendo la pericolosità nell’abuso di entrambe le sostanze, la marijuana produce effetti meno gravi del tabacco della sigaretta di cui lo Stato continua ad autorizzarne la vendita, così come avviene per l’alcool.
Un dato interessante che ci aiuta a capire meglio e che dovrebbe farci riflettere è che ogni anno in Italia muoiono circa 40.000 persone per malattie correlate all’abuso di alcool, mentre è stato calcolato che per morire di overdose di cannabis bisognerebbe assumere 20.000 canne in un tempo di 15 minuti….impresa alquanto improbabile!
Alla luce di tutto ciò crediamo che per stare al passo con i tempi la legalizzazione fatta in modo ragionato sia una strada obbligatoria da percorrere per evitare problemi più seri in futuro e sotto certi versi ottenere dei benefici a livello sociale ed economico.

Sara Basta e Marianna Ancona, IV F sc