“Cara DAD…”

Cara DAD,

ci hai aiutato in questo periodo a continuare le lezioni nonostante non potessimo essere in presenza, ma stare davanti al computer non è la stessa cosa che essere in classe a ridere, a parlare e a darsi coraggio per qualche interrogazione o verifica.

Svegliarsi all’ultimo, seguire le lezioni in cucina, in salotto o sul letto, in pigiama magari: ci hai fatto vivere un’altra scuola.

Una scuola diversa da come ce lo saremmo potuti aspettare, ma siamo stati forti, passando ore e ore in videochiamata con i nostri compagni per fare i compiti assieme, cosa che magari si faceva un po’ anche prima, ma raramente.

Di questa saltuarietà abbiamo fatto la quotidianità, anche sopravvivenza mi permetto di dire.

A casa, da soli, con un computer davanti non è stato semplice, nonostante noi di quarta ormai siamo grandi, è stata comunque un’esperienza difficile, ma anche significativa.

L’apprendimento in fin dei conti non è stato un problema, perché i professori hanno cercato veramente in tutti i modi di adattarsi proponendo anche attività alternative, ma quella che è stata messa in gioco è la RELAZIONE.

Che termine scontato forse al giorno d’oggi, quando ormai tutto è virtuale, in un mondo dove si dà peso all’apparenza, alle cose materiali.

Quando però abbiamo capito che per vedere le persone potevamo solo utilizzare un telefono, è proprio in quel momento che abbiamo riflettuto su quanto siano importanti le persone che ci circondano, quelle a cui vogliamo bene, quelle che per un periodo di tempo abbiamo potuto vedere solo attraverso lo schermo, il quale ci ha dato la possibilità di vedere i sorrisi, i volti, di parlare e cominciare a ridere senza alcun motivo; ma volete mettere fare tutto ciò dal vivo?

Oggi siamo in classe al 75%: tornare tutti in classe era un sogno che non vedevamo l’ora si avverasse, ma provare questa emozione è, ancora per molti, una cosa lontana.

Cara DAD, ti avrei salutato e ringraziato per avermi fatto capire quanto sia importante anche il nostro tempo, che non deve essere sprecato, sembra però che ci accompagnerai ancora per un po’ nella nostra vita di studenti, intanto speriamo in un inizio del prossimo anno quasi normale!

Grazie DAD, per averci fatto capire quanto importanti siano i legami tra i compagni, con i professori, scambiare due parole nel cambio dell’ora o in ricreazione, vivere l’ambiente scolastico, sentire il suono della campanella, che segna la fine di un’ora, magari proprio di quella materia che non va giù.

Fino a un anno fa eravamo abituati a vivere tutto questo in modo normale e scontato, tutte le persone conosciute a scuola erano la nostra seconda famiglia, quelle con cui passavamo ogni giorno molto tempo, ma con questa situazione imprevista ci siamo ritrovati a vivere non con loro, ma nelle mura di casa, con un computer davanti che non sostituirà mai l’atmosfera scolastica che si prova nelle mura di quell’edificio dove si vivono momenti indimenticabili con persone meravigliose.

Matilde Bertolin cl. 4AR