“Sei uno schifo”, “se ti vedo ti ammazzo”: queste le agghiaccianti parole pronunciate dai genitori di Malika Chalhy, una ragazza ventiduenne toscana sbattuta fuori casa dai genitori con l’accusa di essere omosessuale.
A seguito di eventi scandalosi come questo, in cui la povera Malika è stata fortunatamente salvata da una raccolta fondi organizzata dalla cugina, si è iniziato a parlare sempre di più della cosiddetta “legge Ddl Zan”.
Che cos’è il Ddl Zan? Il Ddl Zan è propriamente una legge che deriva dalla “legge Mancino” del 1975 (riguardante la sanzione amministrativa e/o penale per frasi, gesti e azioni che incitano all’odio e alla discriminazione per motivi raziali, etnici, religiosi o nazionali), che prende il nome dal suo relatore, Alessandro Zan, e prevede la “tutela” dei soggetti presi di mira da attacchi omo-transfobici.
Infatti sono numerosi (oltre il 70%) i ragazzi tra i 13 e i 26 anni che hanno subito almeno una volta un qualsiasi tipo di episodio di bullismo e questa legge dovrebbe aiutare sia a prevenire che a terminare questi episodi.
Il vero problema è: “In Italia abbiamo ancora bisogno di questo tipo di leggi?”
La risposta purtroppo è sì, non tutte le persone sono disposte ad accettare il fatto che in un paese libero come il nostro una coppia di persone dello stesso sesso possa avere gli stessi diritti delle persone eterosessuali. Il rischio è che certe persone vedano questa cosa come un motivo in più per insultare questi ragazzi e ragazze a cui è stata “dedicata” una legge per essere tutelati.
Più che creare una legge che tuteli in particolare gli omosessuali, effettivamente bisognerebbe cambiare la mentalità delle persone che continuano a credere che tutto questo serva a “privilegiare” una classe di persone, che attualmente vengono prese di mira, schernite e bullizzate piuttosto che conferire loro i diritti che hanno le persone etero.
Enrico Geminiani 4C
