2015: la grande rapina

Nell’anno 2015 si è assistito ad una delle pagine più brutte della storia del motomondiale, infatti in quell’anno un certo “ragazzino” di 36 anni ritornava in testa al mondiale dopo 5 lunghissimi anni di sofferenze, delusioni e critiche: questo ragazzo risponde al nome di Valentino Rossi.

Sin dalla prima gara Vale aveva fatto vedere di che pasta era fatto andando a vincere dopo essere finito in decima posizione. In quell’anno arrivò a podio per ben 12 gare di fila e ciò per lui significò una grande iniezione di fiducia e di consapevolezza di meritare ancora la sella della sua Yamaha ufficiale.

Come tutti i piloti anche lui in quell’anno commise degli errori che lo portarono a qualche scaramuccia con alcuni suoi colleghi. In particolare un certo Marc Marquez non poteva sopportare che il “vecchietto” lo potesse battere e perciò decise che se il mondiale non poteva vincerlo lui non doveva vincerlo neanche Vale e ce la mise tutta affinché ciò accadesse.

Famoso è l’episodio del GP della Malesia in cui Rossi “calcia” Marquez. Tutti puntavano il dito contro Rossi additandolo come incosciente e infantile per la sua reazione ma non tutti sanno cosa è successo nei primi giri dove Marquez pur di sorpassarlo e non farlo andar via fece manovre al limite.

Il mondiale si concluse con la vittoria di Jorge Lorenzo che pur non avendo il passo per stare in testa non fu sorpassato volontariamente da Marquez che decise di fargli da “scorta” impedendo quindi che nessuno lo sorpassasse per non fargli perdere i punti necessari per il titolo. Grazie a questo episodio Jorge Lorenzo nell’ultima gara è riuscito a chiudere il campionato con 5 punti di vantaggio su Rossi.

La colpa non è di Lorenzo che ha saputo approfittare di una situazione a lui favorevole dando comunque prova della sua forza vincendo 7 gare su 18 disputate, ma di Marquez che non sopportando il fatto che Vale potesse batterlo, tra l’altro accusandolo di azioni pericolose, (manovra del tutto lecita di Vale ad Assen in Olanda e il contatto in Argentina) ha deciso di intralciare quello che sarebbe stato forse il più bel finale di carriera che uno sportivo potesse mai desiderare, da campione del mondo per 10 volte.

Edoardo Filippetti IVE