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E allora 1, 2, 3, 4, 5, 10, 100 passi! Storia di Peppino Impastato

Giuseppe Impastato nasce il 5 gennaio 1948 in provincia di Palermo, a Cinisi. Fin da molto giovane rende chiara la sua posizione nei confronti della mafia, di cui la sua famiglia fa parte. Viene per questo motivo cacciato di casa dal padre. Da qui inizierà il suo attivismo, a sinistra e contro la mafia.

Nel 1975 Peppino Impastato fonda l’associazione Musica e cultura.

Una parte fondamentale della sua lotta contro la mafia fu radio Aut, fondata nel 1976. Qui Peppino denuncia i crimini commessi dalla mafia nel suo territorio, sotto i comandi di Gaetano Badalamenti (zio Tano, colui che abita a 100 passi da casa di Peppino), facendo satira e prendendosi gioco di mafiosi e politici.

Nel 1978 si candida alle elezioni comunali con la lista di Democrazia Proletaria, non scoprirà mai i risultati di quelle elezioni.

La notte fra l’8 e il 9 maggio viene ucciso e il suo corpo viene fatto saltare sui binari del treno. I giornali parlano di suicidio (quei pochi che ne parlano) seppure tutti conoscano la causa della sua morte. Lo stesso 9 maggio a Via Caetani, a Roma viene ritrovato il corpo di Aldo Moro, ucciso dalle brigate Rosse. La notizia oscura totalmente l’omicidio di Peppino, di cui nessuno sembra curarsi.

Solo il 5 marzo 2001 Vito Palazzolo viene condannato a 30 anni per l’omicidio di Impastato e solo l’11 aprile 2002 Gaetano Badalamenti viene condannato all’ergastolo per essere stato il mandante di quell’omicidio.

Ho conosciuto per la prima volta la storia di Peppino quando da piccola ho visto un film molto noto sulla sua vita (i cento passi, di Marco Tullio Giordana). Ho approfondito più avanti la storia di questo coraggiosissimo uomo, spinto dal suo senso di giustizia oltre ogni ostacolo, capace di andare contro al contesto nel quale era cresciuto, fino a dare la vita per rendere, con il suo impegno, la sua disubbidienza, i suoi amici e la sua radio, la Sicilia, (e l’Italia) un posto libero dalla Mafia.

Mentre scrivo questo articolo è il 9 maggio, è una domenica tranquilla e io ho vissuto la mia giornata fra una passeggiata, studio e la compagnia dei miei amici. Provo un po’ di imbarazzo nell’ammettere che è stato solo un post su Instagram, quando era già trascorsa la mattinata, a ricordarmi la triste ricorrenza del suo omicidio. Il post (una vignetta realizzata da una bravissima artista, che su Instagram troviamo con il nome “in.buona.fede”) recitava: “forse vi siete dimenticati di me, o forse non avete mai imparato a contare”. Chissà quanti, come me, nella frenesia dei piccoli impegni quotidiani, hanno dimenticato di prendersi un momento per ricordare Peppino Impastato e parlare della sua storia.

“e tu Peppino non sei stato altro che un povero illuso, tu sei stato un ingenuo, sei stato un nuddu miscato cu niente”- dal monologo finale del film I cento passi.

Valeria Del Sordo 4N