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Mortalità scolastica: in continua crescita l’abbandono degli studi da parte degli adolescenti

La cosiddetta “mortalità scolastica” è un fenomeno che tutt’ora colpisce l’Italia. Uno studente su quattro non arriva al diploma, il che equivale esattamente al 30,6% degli iscritti. Gli studenti maschi sono più propensi a lasciare il loro percorso scolastico rispetto alle studentesse. Tra le scuole secondarie di secondo grado, gli istituti professionali e i percorsi di istruzione e formazione professionale sono quelli più colpiti dal fenomeno. Al giorno d’oggi i percorsi di studi offerti dalle scuole superiori risultano, agli adolescenti, troppo teorici e lontani dagli interessi da loro graditi. Negli ultimi 20 anni sono stati ben 3,5 milioni gli adolescenti italiani che hanno rinunciato agli studi creando così un altissimo tasso di disinformazione sociale. Ad oggi le regioni più colpite sono: Campania e Sardegna. Le regioni del sud Italia, infatti, registrano una percentuale più alta di dispersione scolastica. Molti sono i fattori di rischio che possono portare uno studente a lasciare la scuola le motivazioni sono le seguenti: scarse condizioni economiche, demotivazione, senso di inadeguatezza). Nell’ultimo anno, a causa dell’epidemia da covid-19, si è verificata una particolare crescita del fenomeno. La didattica a distanza ha influito notevolmente generando un rischio di ampliamento delle disuguaglianze sociali. È dunque possibile prevenire il fenomeno con dei segnali di avvertimento da parte dello studente? Sì, è possibile identificare per tempo alcuni segnali del particolare e distaccato rapporto tra scuola e studente ed è dunque ammissibile allestire condizioni di apprendimento commisurate alle caratteristiche degli allievi e scegliendo le strategie più idonee alla motivazione psicologica dello studente. La dispersione scolastica, penalizza i ragazzi non solo nel presente ma anche in quello che sarà il loro futuro. Infatti, coloro che non posseggono un titolo di studio superiore, non riescono ad ottenere un impiego nell’ambito lavorativo che gli concede una retribuzione alta.

Dobbiamo ogni giorno spronare i ragazzi a lavorare sulla propria autostima.

Non è impossibile!

Aurora De Santis, Sara Sideri, Camilla Martorelli 4A