Violenze domestiche: esperienze o traumi?

Violenze domestiche: esperienze o traumi?

          Violenze domestiche: esperienze o traumi?

Essere paragonati, manipolati, stressati o addirittura insultati, non è un metodo di educazione né di insegnamento: è una violenza.

La cosa che si dice sempre in questi casi di barbarie contro giovani, piccoli e anche adulti, è quella di sentire le due campane. Si dice sempre che non è colpa delle vittime, ma in quanti ci credono?

In Italia non è molto parlato come argomento, viene al massimo raccontata un episodio per qualche telegiornale e poi non si sa più nulla, né della vittima, né dell’episodio. In America si definirebbe una argomento spesso trattato, perché su queste esperienze si basano la maggior parte di film o serie tv, ma in quanti sanno veramente cosa si prova, o almeno cosa si dovrebbe fare per aiutare una vittima di ciò?

Si crede che bisogna solo parlarne con qualcuno, ma non è mai così semplice, perché, chi riuscirebbe mai a fidarsi di più dell’amore della propria vita – a cui è stato donato tutto per paura di perderlo – o i propri genitori che dovrebbero essere la cosa che si ama di più al mondo.

Basta solo un gesto per varcare la soglia del litigio, quella soglia così sottile; un solo insulto, schiaffo o anche minaccia. Molte persone, al di fuori di ciò dicono che sia orribile un gesto del genere, ma quante persone si vedono bloccare un attacco violento di qualsiasi portata?

Ci si dovrebbe preoccupare del numero di persone soggette, delle persone che hanno voluto dire basta a queste ripetute violenze con il suicidio, o a quei fatti che salverebbero la vita di qualcuno. Ormai nella nostra società, dove tutto è o un optional oppure una conseguenza, di questi numeri se ne parlano sotto forma di percentuale, ma non di nome.

Non se ne conoscono le sfaccettature di una tale materie. Esistono tre tipi di violenze: fisica, psicologica e psicofisica. Purtroppo per certi casi di violenze la legge dispone di potere solo quando se ne sentono prove vocali o visive, o quando se ne notano i segni.

Molte vittime salvate cercano di trattare questo tema con la massima freddezza, come farebbero diversi media, direbbero di continuare a vivere la propria vita, ma si sa: se un vissuto di questo riguardo nasce, e cresce sempre di più diventando un trauma indimenticabile, ed è difficile andare avanti e continuare a vivere se fino ad ora non si è mai vissuti davvero.

Perché ricordiamocelo: questo non è vivere ma sopravvivere e dopo un po’ ci si stanca.

 

Michelle Rotili 3GL  Federigo Enriques.