Il giorno della civetta, commento

L’ elegante civetta plana nel buio e osserva attenta i contorni del paesaggio: cerca le sue piccole prede per mangiarne e dilaniarne le carni. Allo stesso modo, la mafia serpeggia silenziosa nelle insenature della società e compie indisturbata i suoi affari.
Tutto sembra procedere secondo natura eppure, mentre la civetta è un nobile animale notturno che caccia per la propria sopravvivenza, la mafia caccia le proprie vittime per diffondere il morbo del terrore e del silenzio. Parassita mortale. Silenzio e terrore, omertà che coglie e stringe in una salda morsa l’ antica isola di Sicilia: teatro e sfondo del più celebre romanzo del fu Leonardo Sciascia, nato nel 1921 a Racalmuto.
“Il giorno della civetta” è il titolo del giallo ispirato ad una vera vicenda della Sicilia degli anni cinquanta. Racconta dell’omicidio dell’ ignaro Salvatore Colasberna, ucciso con due colpi di lupara, alle spalle, per non aver rispettato le regole della mafia locale.
Come uno spicchio degli agrumi che crescono floridi nell’isola o come un lontano scorcio visto dagli occhi cangianti di una civetta, assistiamo alla lunga e tortuosa indagine e all’ impossibile caccia all’uomo che il capitano Bellodi intraprenderà insieme al lettore.
Sarà presto evidente che l’ennesimo caso dell’omicidio di un uomo verrà presto, in poche righe di dialogo, freddato e rimosso quasi per incanto dai ricordi di ogni possibile testimone. Tutti hanno un alibi e nessuno ha visto niente, a nessuno importa veramente conoscere il nome del colpevole.
Sapere porta morte e a nessuno è mai piaciuto morire. Ma un morto per mano mafiosa è un’occasione per fare in modo che sia l’ultima e una volta che si sta in silenzio è un’ occasione persa per sempre per fare la differenza.
È amaro ma concreto il messaggio celato dietro a “Il giorno della civetta” e rimane un tema spaventosamente attuale nonostante la pubblicazione del romanzo risalga al 1961.
Invita dunque a fare una scelta: vuoi essere il topolino costretto a vivere in un buco per tutta la vita per poi essere mangiato dai rapaci o vuoi essere il falconiere in grado di controllare la civetta?

Viola Ardovini, IVC cl.