Il mondo della trap

Tutti quanti almeno una volta, per semplice curiosità o per reale interesse, ci siamo chiesti che cosa rappresenti la parola trap, che già da svariato tempo spopola tra bambini e adolescenti. La trap prende il nome da Trap House, che significa appartamento abbandonato. Un’altra parola rilevante in tal senso è trapping, ossia spacciare. Questa corrente musicale ha iniziato a diffondersi dall’inizio degli anni 2000 nascendo nei ghetti americani, luoghi ad alto indice di criminalità e spaccio di droga. Più di qualcuno erroneamente gli aveva dato il significato di trappola, molto probabilmente perché si tratta di un genere ancora difficile da capire, descrivere ed accettare.

Ad oggi considerabile come un sottogenere dell’hip hop e del rap, si distingue per alcune peculiarità. Le sonorità sono vicine al mondo dell’elettronica, con basi prodotte al computer caratterizzate spesso da bassi potenti e una melodia minimale e ripetitiva che viene riprodotta in loop. Per quanto riguarda la voce è spesso supportata dall’uso dell’auto-tune, un mezzo digitale inventato per correggere le stonature e le varie imperfezioni vocali. Inoltre i trapper sfuggono dal creare rime in modo tale da non porre alcuna limitazione circa l’uso delle parole ed è tipico alternare parti rap a strofe cantate.

Si tratta di un modo di fare musica che sin dall’inizio è stato continuamente bersagliato dalla critica poiché i testi, cupi e minacciosi, tendono a parlare di vita di strada tra disagio e criminalità, di povertà e droga. Pertanto si crede che i trapper possano costituire un pessimo esempio per i giovani d’oggi e influenzarli con l’aggressività dei loro testi e con i messaggi diseducativi che questi trasmettono. Tuttavia è opportuno ricordare che questi ragazzi sono riusciti ad emergere e a sfondare nel mondo della musica partendo dalla strada pur non possedendo immenso talento ma con impressionante determinazione. In seguito a questa considerazione potrebbe sorgere un domanda nelle nostre menti del tipo “sono solamente alcolizzati che guadagnano molto più di quanto meritano oppure c’è qualcosa di sorprendente dietro a quella tetra copertina?”. Il dibattito è aperto. 

Virginia Degni