La partita che fermò la guerra

La Prima Guerra Mondiale fu un conflitto che coinvolse le potenze del tempo durò circa quattro anni (1914-1918) durante i quali persero la vita milioni di ragazzi mandati al fronte a combattere per la propria patria. In questo periodo, precisamente l’ uomo non è più tale. Nelle trincee e nei campi di battaglia migliaia di soldati muoiono spesso nell’anonimato poiché i loro corpi sono irriconoscibili, dilaniati dalle granate. Sembra che l’umanità non appartenga agli uomini, ci si uccide perché le uniformi sono diverse tra loro. Nel Natale del 1914 accadde l’impensabile: quel giorno la guerra si fermò. Stando alle testimonianze dei soldati presenti quel giorno sul fronte occidentale, nei pressi della cittadina belga Ypres, dove da settimane inglesi e tedeschi nelle loro rispettive trincee si uccidevano senza pietà, al tramonto del 24 dicembre del 1914 tra gli spari e i bagliori della guerra si innalzò un canto dalla trincea dei tedeschi. La canzone intonata era il canto di Natale, dall’ altra parte gli inglesi risposero cantando la stessa canzone nella loro lingua seguendo la melodia dei loro nemici che quella sera sembrava fossero alleati. Di lì a poco soldati tedeschi e inglesi uscirono dalle loro trincee riempendosi le tasche di tutto ciò che era in loro possesso; sigarette, cioccolato, fotografie. Il tutto avvenne sotto gli occhi sgomenti degli ufficiali di questi due eserciti che non avevano autorizzato questa tregua. Tuttavia i soldati usciti dalle trincee iniziarono a scambiarsi piccoli doni e addirittura fecero una palla con degli stracci legati tra loro, dando inizio a una partita di calcio che, secondo molti, terminò 3-2 per gli inglesi. La partita venne giocata sulla cosiddetta terra di nessuno, zona tra le due trincee che non apparteneva a nessuna delle due fazioni. Questo evento fu un qualcosa di unico e irripetibile che somiglia al finale del più bel film. Purtroppo, passato il Natale, la guerra riprese, il piombo tornò ad essere padrone dell’aria e i soldati, che poche ore prima avevano passato un momento di felicità e spensieratezza con i loro nemici, tornarono a spararsi. Per molti quel Natale così speciale fu anche l’ultimo.

Nicolò Saputi – Massimiliano Visentin 3cu