L’Attimo Fuggente e il valore della bellezza

In questi ultimi giorni ho deciso di guardare per una secondo volta un film che già dalla prima volta mi aveva immensamente colpita: “L’Attimo Fuggente” (Dead Poets Society) di Peter Wier. Ambientato nel Vermont degli anni 60, segue la storia del professor Keating, da poco trasferitosi per insegnare letteratura nel collegio maschile Welton, storicamente rinomato per il suo insegnamento a stampo conservatore e tradizionalista.

Il professore cerca di portare nel collegio un nuovo approccio all’insegnamento anticonformista, che mira ad aiutare gli studenti ad apprezzare la bellezza della vita attraverso lo sviluppo di un particolare senso critico che entra in forte contrasto con la società del tempo.

Uno dei temi principali di questo film, portato anche come insegnamento dal professor Keating, è quello che si può riassumere con la celebre espressione latina “carpe diem”, letteralmente “cogli l’attimo”. Il professore infatti invita i suoi studenti a seguire le proprie passioni e ambizioni in vita, nonostante gli ostacoli riscontrabili, in quanto quest’ultima è breve ed effimera. Invita loro quindi ad assaporare tutta la bellezza possibile, anche utilizzando la poesia come mezzo per raggiungerla e descriverla.

Potremmo quindi dire che l’insegnamento generale presentato dal film, è quello di inseguire sempre le proprie passioni ed ambizioni, e di farlo pensando e facendo sempre scelte con la propria testa, perché solo in questo modo sarà poi possibile apprezzare la bellezza della vita nella sua effimeratezza.

Oggi ritengo che questo amore per le cose belle, o per la bellezza in generale, si sia un po’ andato a perdere e che per questo motivo, anche partendo da questo film come spunto di riflessione, bisognerebbe impegnarsi per sviluppare di nuovo il gusto per il bello. Questo perché, proprio come trasmette “L’Attimo Fuggente”, è proprio la bellezza a dare un senso alla vita e alla sua effimeratezza.

Flavia Spugnini 4Dcl