La donna e il suo ruolo nella massoneria

Prima di affrontare la questione femminile connessa alla massoneria, ricordiamo che la massoneria è un’associazione su base iniziatica e di fratellanza, diffusa in molti Stati del mondo, le cui origini sono da rintracciarsi in epoca moderna in Europa, in Inghilterra, precisamente a Londra nel 1717, come unione di associazioni basate su di un ordinamento democratico, dette “logge”.

Gli affiliati alle cosiddette “logge” erano, in gran parte, esponenti della nobiltà, delle libere professioni e del commercio.  Anche se non esistono documenti che possano spiegare i motivi per i quali queste persone si raggruppassero, e che cosa facessero durante le riunioni, da rare testimonianze sembra accertato che le riunioni si svolgessero seguendo certe ritualità. Si può quindi supporre che nei primi rituali massonici fossero presenti elementi esoterici appartenenti agli ambiti dell’alchimia, della magia, dell’astrologia.

C’è chi ha letto nella Massoneria la finalità di demolire un vecchio mondo per costruirne uno nuovo.
Demolire la vecchia cattedrale dove si adora Dio, per costruire una nuova cattedrale dove si adora l’uomo.
Essa si propone il dominio del mondo e della società, eliminando o distruggendo la religione al fine di costruire un mondo totalmente alternativo all’ordine naturale e quindi al progetto divino. 
Nella Massoneria la divinità viene indicata con l’appellativo di  “Grande Architetto dell’universo”.  Si tratta di una concezione  secondo la quale Dio è sì creatore di tutto, ma completamente disinteressato alle sorti della sua creazione e quindi anche dell’uomo. Ovviamente una tale visione può portare all’ateismo; ecco perché alcuni riti massonici sono dichiaratamente atei. La chiesa che la Massoneria sogna (e sarebbe disposta a tollerare) è una chiesa dove ognuno è lasciato più o meno libero di credere e di fare ciò che vuole, senza vere autorità e senza sacramenti. La Massoneria sente perciò il dovere di ribellarsi alla chiesa e nello stesso tempo di riformarla dall’interno, attirando i migliori del clero e del laicato all’adesione delle sue dottrine.

“Le persone ammesse membri di una Loggia dovranno essere uomini buoni e veri, nati liberi, di età matura, non schiavi, né donne, né uomini immorali, ma di buona reputazione”.
Così recitava l’articolo 3 delle Costituzioni Massoniche redatte nel 1723 da James Anderson, fondatore della Massoneria moderna, in cui designava i requisiti per essere iniziati alla Massoneria: la libertà, la moralità, ma soprattutto non essere donna.
Questo perché, anche nel Settecento, la donna veniva considerata un essere debole e inferiore intellettualmente, priva di ragione e di equilibrio, dominata dall’istinto, di livello morale inferiore all’uomo, quindi non adatta al progresso dell’umanità. 

ELIZABETH ALDWORTH
Conosciuta come “The lady freemason” (la signora massone), Elizabeth Aldworth è stata la prima donna ad entrare a far parte della massoneria di Cork in Irlanda. Prima di lei, nessuna donna era accettata nelle cerimonie di iniziazione massoniche. Suo padre, il visconte Doneraile, era massone e presiedeva le tornate di loggia a casa sua, come si era soliti fare all’epoca. Si narra che Elizabeth fosse stata sorpresa ad origliare durante una cerimonia nel 1717. Ella avrebbe rimosso un mattone (alcuni dicono un orologio) dal muro e avrebbe violato il segreto dei fratelli della loggia. I massoni dibatterono l’accaduto, decidendo di conferirle i gradi dell’Ordine in modo da legarla nel segreto, quindi fu iniziata alla massoneria. Sembra che, successivamente, sia stata addirittura eletta Maestro Venerabile della loggia.

Alessandra Giorgetta

Martina Ludovico