“Io ci sono”

Intervista a Flora Cordone, organizzatrice di eventi e responsabile della biblioteca dell’Unione donne italiane (UDI)

Di Egle Gatto , classe 1B

 

Il colloquio con Flora Cordone, socia dell’associazione UDI (Unione donne in Italia),  ci illustrerà l’impegno, la passione e la costanza nella lotta contro la violenza sulle donne.

Per prima cosa, lei fa parte di un’associazione? Di cosa si tratta?

“Certo, faccio parte dell’associazione UDI ( Unione donne in Italia ), mi occupo della biblioteca e dell’organizzazione di eventi. L’ UDI è l’associazione femminista più antica d’Italia, nata clandestinamente nel 1944 e divenuta ufficiale nel ‘45. Le donne durante la resistenza nella seconda guerra mondiale hanno lottato per i propri diritti, che, ancora oggi, cerchiamo di mantenere: il diritto di voto, l’istituzione di asili nido per i figli, l’eliminazione del delitto d’onore, il diritto di famiglia ed il diritto al divorzio. Attualmente sono in corso molte proteste contro la violenza di genere e l’emancipazione della donna, la quale deve essere indipendente dal punto di vista sociale, politico ed economico. Inoltre l’aborto essendo considerato un reato in molteplici Paesi, è oggetto di proteste.”

Manifesto sui diritti delle donne

 

In che anno è diventata socia dell’associazione?

“Sono socia dal 2013, ma sono diventata più attiva dal 2018, grazie ad un tirocinio all’università nella biblioteca dell’UDI”

 

Vi sono solo donne anziane nell’associazione?

“No, negli ultimi anni, come me, sono entrate a far parte dell’ UDI anche ragazze dai 20 ai 25 anni.” 

Donne durante una manifestazione negli anni ‘50

 

Potrebbe approfondire il suo ruolo e le varie attività come volontari?

“Nell’associazione vi sono principalmente due tipi di attività: culturali e sociali-politiche. Come responsabile della biblioteca e organizzatrice mi occupo della coordinazione di eventi e di pubblicità, mi  accordo per il luogo e gli orari, ma soprattutto espongo diversi libri, che come tema centrale hanno sempre quello della donna. La coordinazione di tali attività è molto stancante e impegnativa, ma è quella che mi da più soddisfazione. Mi è capitato che tre relatrici avessero argomenti piuttosto simili da esporre, perciò ho dovuto dare loro altri spunti, testi e informazioni per rendere più variegata la presentazione.”

 

Com’è parlare in pubblico durante gli eventi?

“Inizialmente mi sento ansiosa e agitata, ma appena inizio a parlare una carica di adrenalina e di pura soddisfazione mi scorre dentro, infervorando la mia esposizione. L’associazione UDI non si occupa di manifestazioni o cortei, ma di eventi ai quali partecipano dalle 30 alle 50 persone. Solitamente illustriamo le nostre opinioni e pareri per un’ora e mezza, poi si aprono varie discussioni, che accettiamo molto volentieri.

Flora Cordone durante un evento 

Solitamente le persone recepiscono i concetti che volete esprimere?

“Di solito chi partecipa agli eventi si trova d’accordo con ciò che diciamo, ma siamo sempre aperte a nuovi pareri e punti di vista, che ascoltiamo e argomentiamo insieme.

Socie dell’associazione UDI durante un evento finalizzato ad esporre i diritti delle donne

Da dove è nata questa passione, questo bisogno di far sentire la propria voce? Chi o cosa l’ha influenzata?

“La mia madrina di battesimo faceva parte di questa associazione già da tempo, come sua madre, che era una delle fondatrici. Innanzitutto lei mi ha influenzato molto, ma si può dire che sia entrata piuttosto casualmente. C’è ancora tanta strada da fare, molte disuguaglianze, è giusto far sentire la propria voce e dire “Io ci sono”. In Italia abbiamo raggiunto vari traguardi, ma come i diritti sono stati acquisiti , possono essere tolti in qualsiasi momento. Perciò bisogna rimanere attivi, con proteste, lotte e, soprattutto, studiando. Io mi trovo molto coinvolta dalle persone più anziane dell’UDI, che hanno vissuto grandi rivoluzioni in prima persona. Gran parte delle socie sono anziane, il racconto delle proprie esperienze e dei loro ricordi è un arricchimento culturale e durante varie attività, queste signore si possono definire “libri parlanti”. A noi più giovani viene lasciato molto spazio per crescere, io sono maturata molto da quando sono socia. Non impongono mai un loro pensiero o ideologia, ma forniscono spunti al fine di crearsi una propria opinione, non vi sono linee o parametri da seguire politicamente o socialmente. La discussione con i membri più anziani porta ad apertura e alla formazione della propria personalità.”

Flora Cordone (a destra) partecipa ad un evento riguardante il femmincidio. 

Ha mai sentito raccontare direttamente la storia di donne che hanno subito violenze? Hanno trovato difficoltà nello sfogarsi con lei? Come ha reagito?

“Una volta, durante un incontro, ho sentito parlare una donna, che a 15 anni è arrivata in Italia dal Perù, i suoi titoli di studio non erano riconosciuti ed era praticamente analfabeta, ma si è inserita nella comunità e si è laureata pochi anni dopo. Con noi si è aperta tranquillamente, il nostro è un ambiente sicuro, cerchiamo di mettere tutti a proprio agio. Da quando sono qui ho appurato che le donne che subiscono violenze non sono come le immaginiamo, deboli e provate, ma donne eleganti, forti, intelligenti. Sentire esperienze e testimonianze da una persona vera, di fronte a te, e non da un articolo su internet fa riflettere e induce sempre di più a far sentire la propria voce.



In che modo UDI aiuta le donne?

“L’associazione in sé si occupa di informare e illustrare tutto ciò che è da sapere sulla violenza di genere e i diritti per le donne, ma non fornisce un aiuto fisico. UDI, però, è in contatto con vari centri antiviolenza, che mettono a disposizione vari psicologi per ascoltare chi ne ha bisogno.

Manifesto contro la violenza sulle donne

Oggigiorno vi è molta disinformazione, non si sa a chi rivolgersi, è per questo che pochi giovani  partecipano ad attività socialmente e moralmente utili.

Cosa farebbe per diffondere la conoscenza di queste associazioni? 

“Per informare sempre più persone i social, come Instagram e Facebook sono molto utili, ma anche il passaparola e la pubblicità tramite volantini sono da tenere in considerazione. Si dovrebbe parlare di più nelle scuole, far venire a conoscenza i ragazzi delle realtà del nostro e degli altri Paesi.”

Per informazioni sull’UDI:

https://www.udige.it/