Pietre come testimonianza

foto di Francesca Prudenza

Era il 27 gennaio 1945 quando i cancelli del Lager di Auschwitz-Birkenau in Polonia furono abbattuti dalle truppe sovietiche.

In occasione del giorno della memoria, gli studenti del Polo Liceale Statale “Raffaele Mattioli” di Vasto hanno posizionato in un’ala della scuola sabbia e sassi in modo tale da formare una spirale.

L’USANZA

Quella di deporre sulle tombe sassi e non fiori è un’usanza ebraica. L’apposizione di sassi sulle tombe ebraiche affonda le sue radici alle origini, ai tempi dei grandi patriarchi dell’Ebraismo. A quei tempi, Abramo, suo figlio Isacco e suo nipote Giacobbe conducevano una vita da pastori nomadi, cioè si spostavano continuamente tra le aride regioni del deserto alla ricerca di verdi pascoli dove trovare ristoro e riposo. Questo tipo di vita richiedeva, in caso di decessi, la sepoltura dei corpi lungo il tragitto. Pertanto, l’unico modo che avevano per ritrovare i luoghi di sepoltura dei cari defunti e per non far volare via la sabbia era ricoprire le tombe con dei cumuli di sassi.

Usanza tramandata di generazione in generazione, anche quando gli ebrei abbandonarono il deserto e si stabilirono nelle città e quando, dopo la diaspora, si dispersero in tutto il mondo. Sulle tombe dei cimiteri gli ebrei depongono sempre pietre al posto dei fiori.

foto di Francesca Prudenza

L’ETIMOLOGIA

La pietra ha un valore simbolico: “eben” in ebraico significa pietra. Il vocabolo “eben” si può scomporre nelle parole av e ben che significano Padre e Figlio. Dunque nella pietra c’è il senso della continuità delle generazioni e del perdurare della tradizione oltre la morte. La pietra è quindi il legame e la memoria. E’ come costruire una dimora per l’eternità.

Quel sasso è un modo per ricordare i cari scomparsi ma anche le origini del popolo d’Israele. La stessa cosa viene fatta quando a visitare la tomba sono degli sconosciuti. In questo caso il sasso è la dimostrazione del passaggio di qualcuno che, soffermandosi sulla tomba, ha preso parte alla commemorazione del defunto.

Ogni studente è invitato a prendere parte alla celebrazione, aggiungendo un sassolino da lui raccolto e custodito fino a quel momento.

Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere.” (José Saramago)

di Ester Del Borrello