AUGUSTA E LE SUE SALINE

Le saline di Augusta sono state nel passato la principale fonte di guadagno dell’intera città. La produzione di sale era talmente alta che esso veniva persino esportato in Inghilterra. Le persone che lavoravano nelle saline, i salinari, dovevano andare ogni giorno a lavorare sotto il sole e a contatto con il sale. Questi venivano pagati con il sale, all’epoca molto caro, perché difficile da lavorare. Il termine “salario” deriva infatti da “salarium”, che significa appunto pagamento in sale. Quest’ultimo aveva un ruolo fondamentale, perché l’unico modo per conservare il cibo era l’essiccazione, che prevedeva la presenza del sale.

Le saline non avevano solo un ruolo economico, ma anche difensivo. Tutti gli invasori attaccavano Augusta da Sud  perché, se lo avessero fatto via mare, gli augustani avrebbero rotto una sorta di diga che a sua volta avrebbe inondato le saline, rendendo il suo fondale simile a quello delle sabbie mobili.  All’epoca le saline avevano una notevole estensione che andava da punta Izzo alla marina di Priolo Gargallo, dovuta al fatto che era necessaria una notevole produzione. Oggi invece le saline di Augusta hanno una minore estensione e comprendono: le “Saline Regina” (site vicino l’Ospedale “Muscatello”); le “Saline Migneco-Lavaggi” (site vicino la zona borgata); e le “Saline Mulinello” (site vicino il porto commerciale).

Tutti questi luoghi non sono più totalmente naturali, ma presentano tratti antropizzati, come le industrie che sono sorte nella strada tra Augusta e Priolo. Questo però non è necessariamente un male, perché alcune di queste opere da parte dell’uomo si sposano perfettamente con la natura, rendendo tutto questo un paesaggio misto (sia antropico che naturale).

Ancora oggi le saline sono  posti con una biodiversità altissima: tra la flora  troviamo la salicornia, mentre tra la fauna troviamo ad esempio i fenicotteri. Questi uccelli, che migrano all’alternarsi delle stagioni e che trovano oasi nelle saline, stavano lì un po’ di tempo per poi volare in un altro luogo dove poter stanziare. Dopo un po’ di tempo quello stesso fenicottero poteva anche tornare, dando origine al mito della fenice: un animale mitologico che risorge dalle ceneri. I fenicotteri maschi sono più grossi e alti, mentre i fenicotteri femmine sono più snelli e leggiadri, quindi sono facilmente distinguibili. Una coppia di fenicotteri è duratura ed esisterà “finchè la morte non li separerà”. Nella scelta del compagno, i maschietti si dispongono in fila e sarà la femmina a scegliere il suo compagno. In origine i fenicotteri non sono rosa, ma bianchi. Il colore rosa è dovuto alla presenza nell’acqua di crostacei di colore rosa.

Io ritengo che in questi paesaggi ci sia un enorme opportunità per attirare turisti da tutto il mondo. In passato mi sono recato in visita alle saline di Trapani e sono rimasto molto colpito dalla loro bellezza. Lì inoltre erano presenti dei musei del sale, delle piramidi di sale e un’enorme quantità di turisti, tutte cose che mancano alla nostra Augusta. A Trapani, quando il sole tramonta, le saline si colorano di rosa per la presenza di alcuni batteri e crostacei. Analoga cosa non avviene ad Augusta perché il Molte Tauro copre il sole quando questo tramonta e, di conseguenza, non si vengono a creare le meravigliose sfumature rosa. Una frase pronunciata dalla guida turistica di Trapani, che mi ha colpito, è stata: “Bianco è il sale e nero chi lo lavora”. La guida ci ha infatti spiegato che i salinari che lavoravano il sale lo facevano sotto il sole e quindi si abbronzavano moltissimo. Ma io penso che l’aggettivo “nero” non sia dovuto solo all’abbronzatura, ma anche perché all’epoca vi erano ancora gli schiavi che erano prevalentemente di carnagione “scura” e di origini africane.

Le saline di Augusta sono per me il simbolo della mia città e si devono assolutamente preservare per poter anche porre le basi verso lo sviluppo sostenibile.

Francesco Di Fazio 2QL