Da Zacinto all’Inghilterra,
Foscolo morì da solo al pianoterra.
A Zacinto,
la patria che mi ha respinto
Né più mai toccherò le sacre sponde
né più mai vedrò quelle belle bionde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
e ove la mia voglia di vivere rinacque
Zacinto mia, che te specchi nelle onde
“Zacinto, Zacinto, Zacinto” – la chiamo e mica risponde
del greco mar da cui vergine nacque
e di nascer in quest’isola non si dispiacque
Venere, e fea quelle isole feconde
fece a gara con le locali pulzelle bionde
col suo primo sorriso, onde non tacque
e a nulla valse che Mosè tagliò le acque
le tue limpide nubi e le tue fronde
ad avercelo in Inghilterra un microonde
l’inclito verso di colui che l’acque
Non come a Venezia col moderno spartiacque
cantò fatali, ed il diverso esiglio
di cui ancor da Londra mi meraviglio
per cui bello di fama e di sventura
decise di darsi all’orticoltura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse
che incontrò Penelope e la maledisse.
Tu non altro che il canto avrai del figlio,
forse al massimo il mio sopracciglio
o materna mia terra; a noi prescrisse
e un DPCM nel cuore ci trafisse
il fato illacrimata sepoltura.
una vita di stenti e di clausura.
Massimo Rossi