Intervista ad un cittadino vastese che lavora a Mosca

Vi presentiamo l’intervista integrale fatta ad un cittadino vastese che da anni lavora a Mosca per capire meglio quale sia la situazione del Paese, le possibili conseguenze che il conflitto potrebbe procurare nell’immediato e non solo, in Russia e in Occidente.

Lei è un cittadino italiano, di Vasto, che da tempo lavora in Russia. Di cosa si occupa, da quanti anni vive a Mosca? È soddisfatto del suo lavoro, della mentalità e dello stile di vita, come si trova?

La mia carriera è iniziata a Vasto con un piccolo progetto per una multinazionale nel settore industriale che mi ha subito dato la possibilità di lavorare all’estero, in particolare in Russia.

Attualmente sono l’Amministratore Delegato per l’Est Europa di una multinazionale che lavora nel settore delle costruzioni e dell’ingegneria. I nostri progetti sono per la costruzione di aeroporti, porti, strade e ferrovie, grandi centri commerciali, complessi industriali, uffici, grattacieli ed altro.

La Russia mi ha sempre affascinato per la natura e la dimensione dei progetti, la velocità di realizzazione, il teamwork e la solidarietà tra i colleghi. I russi sono in generale molto accoglienti con i colleghi stranieri perché fondamentalmente apprezzano e valutano il valore aggiunto e l’esperienza di ciascuno.

La dichiarazione di guerra e l’immediata aggressione all’Ucraina hanno sconvolto il mondo intero. Cosa ne pensa di quanto sta accadendo in questi giorni? La guerra era prevedibile?

La Russia e più in generale i paesi dell’Est Europa stanno vivendo un periodo di destabilizzazione ormai da diversi anni a seguito di svariati fattori di natura geopolitica, di formazione ed evoluzione dei vari mercati che la compongono, di accesso e capacità finanziaria, di fiducia e confronto con il mercato globale, di evoluzione civica e sociale.

Non avrei mai immaginato che ci sarebbe potuta essere una guerra di questa portata e ferocia contro l’Ucraina. Purtroppo, nonostante la vicinanza storica tra i due paesi in termini di cultura, storia, religione, lingua, mercato e supporto finanziario, la situazione era già degenerata da più di un decennio e forse qui la politica e la diplomazia internazionale hanno fallito, perché la situazione attuale dal mio punto di vista poteva essere evitata.

L’annessione della Crimea nel 2014 ed il trattato di Minsk, che suggella una sorta di autonomia di alcune aree Ucraine con popolazione di maggioranza filorussa a confine tra i due paesi, segna anche il momento di una escalation politica tra la Russia e la NATO che va vista in un’ottica di protezione e definizione dei confini e su scala globale.

Qual è la situazione e quale atmosfera si respira nelle principali città e nella sua in particolare?

 La Russia si prepara a vivere una delle più grandi depressioni economiche della sua storia.

Le molteplici e dure sanzioni economiche che le sono state imposte da Europa, America, Inghilterra ed altri paesi hanno paralizzato il loro accesso alla finanza internazionale, a proprietà ed ingenti riserve e risorse valutarie detenute in altri stati dalla Russia e i suoi oligarchi, vietato l’esportazione verso la Russia di processi tecnologici in diversi settori strategici e di sviluppo, vietato l’accesso agli spazi aerei di fatto confinandola, e molto altro.

Gli effetti di queste misure restrittive e dell’isolamento iniziano ad essere evidenti. Emotivamente sono tutti molto scossi e sensibili ed il ritmo frenetico che ha sempre contraddistinto questa metropoli in attività 24 ore su 24 si sta affievolendo. La preoccupazione su cosa succederà nel breve e lungo termine sono percepibili e queste stanno prendendo il sopravvento.

Cosa pensa che possa accadere? Come potrebbe evolvere la situazione?

Purtroppo la situazione e le conseguenze economiche di quello che stiamo vivendo non possono essere localizzate e circoscritte solo all’area del conflitto, ma avranno un impatto un po’ su tutte le economie e su scala globale. Mi riferisco all’impatto che si avrà sul costo dell’energia, del petrolio e delle molteplici materie prime e prodotti che la Russia esporta in tutto il mondo; alle ingenti risorse finanziare che i vari paesi hanno deciso di destinare alla difesa dei loro territori, all’impatto che questo avrà sull’inflazione che è già molto alta a seguito delle manovre di stimolo e ripresa economica post-COVID. La situazione potrebbe anche aggravarsi ulteriormente dal punto di vista della guerra in corso: i paesi NATO potrebbero essere costretti ad intervenire a difesa dei paesi confinanti in caso di invasione, ma la diplomazia mondiale sta lavorando instancabilmente ed unita al fine di evitare questa escalation.    

Pensa che ci saranno ripercussioni sul suo lavoro? Di che tipo? E sull’economia del paese?

Il nostro settore sicuramente subirà un impatto importante perché molto legato all’aspetto finanziario, di tassi di cambio e mercato ma anche di tecnologie ed innovazioni. Siamo in contatto con tutti i nostri clienti e partners al fine di definire strategie che permettano di riprogrammare le varie attività tenendo conto delle costrizioni e limitazioni del momento.  La Borsa delle quotazioni del mercato Russo è ancora chiusa dopo il brusco calo registrato all’inizio della guerra. Il Rublo si è già svalutato del 30-40% rispetto alle diverse monete internazionali, il tasso di interesse della banca centrale è passato dal 10% al 20% e rappresenta una barriera all’accesso finanziario. I bancomat iniziano ad essere senza contanti e c’è la fila alle banche per ritirare depositi perché la fiducia nel sistema bancario inizia a vacillare. Solo una settimana fa il contante era praticamente in disuso in tutte le più grandi città Russe ed era normalissimo pagare anche un caffè con la carta di credito, o meglio con l’ApplePay che non è più in funzione in Russia a seguito delle molteplici sanzioni.

Come stanno presentando la stampa, i giornali e le radio russe questa guerra? Cosa ne pensa l’opinione pubblica e i cittadini russi?

 Ciò che è riportato dalla stampa, radio e televisione russa rispetto a quella internazionale è spesso contraddittorio. L’indipendenza dell’informazione in Russia è opinabile e in larga parte controllata dalla politica a fine propagandistico. Questa situazione è ben nota alla maggior parte della sua popolazione che, devo dire, cerca la verità confrontando varie fonti d’informazione, inclusa quella estera. Dal mio osservatorio limitato posso dire che l’opinione pubblica non supporta quello che sta accadendo in Ucraina ed è dispiaciuta per i suoi abitanti che stanno vivendo uno dei momenti più bui e difficili della loro storia.

E’ in contatto con altri italiani in Russia?

 Sono in contatto con diversi italiani che lavorano in altre società e settori commerciali in Russia che stanno vivendo una situazione molto simile alla mia.

Come cambierà la vita della gente?

Questo è un argomento che mi sta particolarmente a cuore perché ho tanti amici e colleghi in Russia ed Est Europa ed è un argomento che ho affrontato con tanti di loro. Sarà molto dura per tanti o forse per tutti ma è un popolo forte ed in grado di fare tanti sacrifici.

Quando conta di rientrare nel nostro paese?

Avevo già in programma di rientrare in Italia per essere più vicino alla mia famiglia e questa situazione sicuramente accelererà i tempi.

 

 

                                                                                              Ludovica Cialone