“UNA GUERRA NEL 2022”

Nessun motivo politico, ideologico, religioso, economico può giustificare il terribile spettacolo   a cui siamo costretti ad assistere in queste ultime due settimane: la Russia ha deciso di muovere guerra alla Ucraina, stato libero e sovrano. Quando è arrivata questa notizia, non ci si poteva credere  perché è inspiegabile che nel 2022 si possa parlare ancora di guerra. Nessuno credeva che si sarebbe arrivato a tanto, sebbene ormai da tempo i rapporti tra i due paesi fossero particolarmente tesi. Le ragioni del conflitto non sono così chiare: le questioni sono molto più complicate di quello che sembrano. Bisogna riflettere tenendo conto delle caratteristiche dell’Ucraina di cui, io come la maggior parte delle persone, è venuta a conoscenza solo ora. Parliamo di un paese che è tra i primi posti nella classifica mondiale per riserve di minerali come il titanio, l’uranio, il ferro;  che è ricchissimo di riserve di gas, di carbone, di varie risorse naturali. E’  un  paese agricolo, che esporta moltissimi prodotti in tutto il mondo; ma è anche un paese industrializzato e produttore d’energia nucleare. Dalla sua indipendenza, ottenuta negli anni 90, l’Ucraina ha sempre oscillato tra la vicinanza all’Occidente, da un lato, e alla Russia, dall’altro; questa alternanza rispecchia anche la volontà di buona parte della popolazione poiché alcune zone del paese erano e sono filorusse. Proprio in virtù di questa vicinanza alla Russia, nel 2014 ci sono state delle insurrezioni in regioni come il Donbass o la Crimea, che hanno dato vita a guerriglie ancora in corso. La Russia ha avuto interesse a mantenere la sua influenza sul paese, che però è stata fortemente osteggiata dai vari governi che si sono succeduti, tutti filoeuropei. Per Putin, che al comando della Russia, ha dato vita a quest’ultimo conflitto, le ragioni per mantenere la propria influenza sull’Ucraina non sono solo storiche, visto che il paese faceva originariamente parte dell’Unione Sovietica, ma soprattutto geopolitiche: impedire un’adesione dell’Ucraina alla Nato, che significherebbe avere gran parte del confine occidentale della Russia presidiato dall’Alleanza Atlantica, cosa che farebbe molto comodo agli USA ed all’Occidente. Per cui, il conflitto attuale potrebbe essere ricondotto alla storica opposizione tra Russia e USA. Ma non è concepibile pensare che la storia non ci abbia insegnato nulla; siamo nel 2022 e dobbiamo assistere a scene tragiche di migliaia di persone che sono costrette, per salvarsi, ad abbandonare tutto, a scene strazianti di bambini e civili uccisi per strada mentre tentano di fuggire. La Russia, infatti, negli ultimi giorni non si è fatta scrupolo di abbattere ospedali, abitazioni civili causando molti morti; le fonti di comunicazione hanno dichiarato che  dalla seconda guerra mondiale in poi non si assisteva ad un numero così elevato di profughi. Siamo dinanzi ad una vera e propria crisi umanitaria. Come affrontare questa vicenda che ci tocca da così vicino? La soluzione non è facile: se l’Occidente rispondesse violentemente alla Russia, ci troveremmo dinanzi alla terza guerra mondiale. La decisione che si è presa è quella delle sanzioni economiche alla Russia, come strumento di pressione verso un paese che ha violato le norme di diritto internazionale; le conseguenze economiche sono molto gravi, ma ancora non hanno fermato la macchina da guerra e i negoziati che si stanno susseguendo non hanno avuto alcun esito positivo. Quali conseguenze avrà tutto questo? Comunque vadano le cose, le conseguenze non saranno certo di poco conto. Alcune sono state immediate e sono sotto i nostri occhi: i morti, le distruzioni, i profughi, le persone che si rifugiano nei bunker per salvarsi la vita. Anche le conseguenze economiche sono già evidenti, basti pensare al rincaro della benzina e dell’energia in generale. L’opinione pubblica internazionale sta condannando l’operato russo. Si dovrebbe cercare di capire se si tratta della guerra della Russia contro l’Occidente o della guerra di un moderno dittatore a cui nessuno riesce ad opporsi drasticamente. La differenza non è da poco ma sicuramente questo conflitto non è tollerabile. Resta il fatto che da quindici giorni ci sono bambini che hanno smesso di avere una vita normale perché il loro futuro, che ci preoccupa più di tutto il resto, più di un gruppo d’adulti che sembrano quasi divertirsi a fare la guerra, è stato sconvolto.

    Giada Leonardi VCsp