“Fare il genitore è il lavoro più difficile al mondo”, questa è una delle frasi più comuni che si sentono dire al giorno d’oggi riguardo all’essere genitori, tuttavia non penso si classifichi tra le più vere; molti genitori danno alla luce un figlio e non sanno come comportarsi la stragrande maggioranza delle volte, ma spesso tendono a crearsi problemi che non esistono: questo potrebbe essere dovuto certe volte ad una mancanza di ascolto nei confronti del proprio figlio, che magari se fosse stato interpellato ed ascoltato maggiormente non avrebbe creato quell’insolvibile problema. A volte i genitori non si sforzano nemmeno di comprendere l’essenza dei figli, ma questo chiaramente non per cattiveria o per negligenza (la maggior parte delle volte almeno), spesso è proprio come se non riuscissero a ricordare com’era per loro essere un bambino bisognoso di tante attenzioni oppure un adolescente desideroso di fare nuove esperienze e spesso anche molto arrabbiato perché stanco di essere trattato sempre allo stesso modo; ascoltare quindi, oltre ad essere un toccasana nella vita di tutti i giorni, spesso può essere anche la chiave per un buon rapporto genitore-figlio.
Si sente molto spesso dire dai genitori che parlano dei propri bambini definendoli molto immaturi per la loro età e a volte ho addirittura sentito aggettivi come “stupido” riferiti a questi bambini; molti di questi genitori infatti solitamente tendono a punire i propri figli per queste ragioni, o lo fanno per evitare che magari questi crescano viziati o maleducati, ed in certe occasioni alzano persino le mani per fargli capire che un determinato comportamento non è appropriato. Sorpresa delle sorprese queste strategie non sono sempre efficaci perché non fanno capire al bambino perché non deve comportarsi in una certa maniera, inoltre se un bambino non si sente ascoltato ed ha un bisogno quest’ultimo proverà ad alzare il tono della richiesta sortendo così l’effetto opposto a quello che il genitore desiderava.
La verità è che questi bambini non sono immaturi o stupidi, sono solo dei bambini che vogliono ascolto, e i bambini che non ricevono ascolto da piccoli diventano spesso adolescenti arrabbiati e problematici agli occhi dei genitori; purtroppo ci sono dei bambini definiti da tutti i “bravi bambini”, ma questi non hanno nulla di più rispetto a quelli più vivaci o infantili, sono solo dei bambini che magari sono più sensibili e si rendono conto di quando è il momento di esprimere un bisogno e quando non lo è, ed è triste che alcuni genitori abbiano una considerazione più elevata per questi bambini rispetto a quelli che magari danno un po’ di fastidio in più perché si comportano come dei normali bambini.
I figli sono degli individui a sé e non un’estensione dei genitori, per cui andrebbero educati rispettando le loro scelte e decisioni e guidandoli nei loro momenti di debolezza; bisognerebbe essere presenti sempre ma non asfissianti, amarli come ameremmo noi stessi e di più comprendendo però che non sempre faranno come vogliamo perché sono persone diverse con interessi diversi e caratteri diversi. Crescere un figlio è impegnativo perché bisogna sempre trovare il giusto mezzo in ogni ambito assecondando anche la personalità di questo figlio; però più che un lavoro duro, per un genitore dovrebbe essere un lavoro piacevole, come coltivare un bellissimo fiore, e se non è gratificante o gradevole allora penso che il genitore dovrebbe cambiare lavoro, perché anche se molti genitori non meriterebbero un figlio, tutti i figli meriterebbero un buon genitore che sia felice di essere tale.
Testo e immagini di
Marta Loffredo, III C