Bravi genitori, utopia o realtà?

“Fare il genitore è il lavoro più difficile al mondo”, questa è una delle frasi più comuni che si  sentono dire al giorno d’oggi riguardo all’essere genitori, tuttavia non penso si classifichi  tra le più vere; molti genitori danno alla luce un figlio e non sanno come comportarsi la  stragrande maggioranza delle volte, ma spesso tendono a crearsi problemi che non  esistono: questo potrebbe essere dovuto certe volte ad una mancanza di ascolto nei  confronti del proprio figlio, che magari se fosse stato interpellato ed ascoltato  maggiormente non avrebbe creato quell’insolvibile problema. A volte i genitori non si  sforzano nemmeno di comprendere l’essenza dei figli, ma questo chiaramente non per  cattiveria o per negligenza (la maggior parte delle volte almeno), spesso è proprio come  se non riuscissero a ricordare com’era per loro essere un bambino bisognoso di tante  attenzioni oppure un adolescente desideroso di fare nuove esperienze e spesso anche  molto arrabbiato perché stanco di essere trattato sempre allo stesso modo; ascoltare  quindi, oltre ad essere un toccasana nella vita di tutti i giorni, spesso può essere anche la  chiave per un buon rapporto genitore-figlio. 

Si sente molto spesso dire dai genitori che parlano dei propri bambini definendoli molto  immaturi per la loro età e a volte ho addirittura sentito aggettivi come “stupido” riferiti a  questi bambini; molti di questi genitori infatti solitamente tendono a punire i propri figli per  queste ragioni, o lo fanno per evitare che magari questi crescano viziati o maleducati, ed  in certe occasioni alzano persino le mani per fargli capire che un determinato  comportamento non è appropriato. Sorpresa delle sorprese queste strategie non sono  sempre efficaci perché non fanno capire al bambino perché non deve comportarsi in una  certa maniera, inoltre se un bambino non si sente ascoltato ed ha un bisogno quest’ultimo  proverà ad alzare il tono della richiesta sortendo così l’effetto opposto a quello che il  genitore desiderava.  

La verità è che questi bambini non sono immaturi o stupidi, sono solo dei bambini che  vogliono ascolto, e i bambini che non ricevono ascolto da piccoli diventano spesso  adolescenti arrabbiati e problematici agli occhi dei genitori; purtroppo ci sono dei bambini  definiti da tutti i “bravi bambini”, ma questi non hanno nulla di più rispetto a quelli più vivaci  o infantili, sono solo dei bambini che magari sono più sensibili e si rendono conto di  quando è il momento di esprimere un bisogno e quando non lo è, ed è triste che alcuni  genitori abbiano una considerazione più elevata per questi bambini rispetto a quelli che  magari danno un po’ di fastidio in più perché si comportano come dei normali bambini. 

I figli sono degli individui a sé e non un’estensione dei genitori, per cui andrebbero educati  rispettando le loro scelte e decisioni e guidandoli nei loro momenti di debolezza;  bisognerebbe essere presenti sempre ma non asfissianti, amarli come ameremmo noi  stessi e di più comprendendo però che non sempre faranno come vogliamo perché sono  persone diverse con interessi diversi e caratteri diversi. Crescere un figlio è impegnativo  perché bisogna sempre trovare il giusto mezzo in ogni ambito assecondando anche la  personalità di questo figlio; però più che un lavoro duro, per un genitore dovrebbe essere  un lavoro piacevole, come coltivare un bellissimo fiore, e se non è gratificante o gradevole  allora penso che il genitore dovrebbe cambiare lavoro, perché anche se molti genitori non  meriterebbero un figlio, tutti i figli meriterebbero un buon genitore che sia felice di essere  tale.

Testo e immagini di

Marta Loffredo, III C