Sono una divinità dell’Olimpo!

L’altro giorno mi sono svegliato e mi sono accorto di non essere nella mia stanza. Attorno a me non c’erano più il mio computer, la mia Nintendo e il mio mappamondo, ma enormi colonne, decorate con  affreschi e statue, che mi ricordavano le divinità, probabilmente viste nel mio libro durante la lezione di storia. Mi sono affacciato dalla finestra della stanza e mi sono reso conto che… “Accidenti! Sono in Grecia, ad Olimpia!” 

Osservandomi meglio, ho scoperto che non indossavo più il mio bellissimissimo pigiama con Topolino ma una tunica con dei sandali da sacerdote… che vergogna!

Poco dopo mi venne a chiamare un servo e mi chiese di  seguirlo. Egli mi condusse sul monte Olimpo, facendomi incontrare Zeus, che mi disse che suo figlio Apollo, il dio del sole, era malato e per un giorno mi propose di sostituirlo nel suo lavoro, ovvero far sorgere il sole e io, anche se un po’ dubbioso, accettai.           

Il giorno successivo il gallo mi svegliò alle quattro del mattino e il servo mi condusse a fare colazione: io mi aspettavo latte e cacao con il cornetto, ma trovai una fetta di pane con un bicchiere di  vino, ma non lo bevvi.

In seguito il servo mi accompagnò a prendere il mio carro trainato da quattro cavalli, che sputavano fuoco dalle narici. Il carro da me trainato, per magia,  percorse tutto il cielo,  portando il sole nel mondo per risvegliare le città. Mi sentivo come Babbo Natale, solo che non portavo i regali ma il sole! Giunta la notte, sempre per magia, il carro mi riportò a palazzo per riposare.

Gli occhi mi si chiudevano dalla stanchezza, ma il servo mi chiamò e mi disse: 

“Se devi trascorrere l’intera giornata come di Apollo devi seguire anche il suo allenamento.”

“Allenamento? Di quale allenamento stai parlando?” chiesi io.

“Ogni giorno Apollo allena i suoi poteri e le sue doti e adesso spetta a te fare lo stesso” rispose il servo. 

Allora mi alzai e seguii il servo, che mi condusse all’arena, dove iniziò il mio allenamento. 

Il servo mi insegnò a  volare, a lanciare palle di  fuoco con le mani, ma soprattutto mi disse che ero immune alla lava e al fuoco. Finito l’allenamento, mi sdraiai sul letto e dalla stanchezza mi addormentai. 

Il mattino seguente mi svegliai di corsa, non avendo sentito sentendo il gallo, ma, girandomi verso lo specchio, mi accorsi che stavo indossando il mio solito, bellissimissimo pigiama di Topolino!

Era stato tutto un sogno!

Giacomo Colombo, I D Marconi

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