Il bullismo e lo stigma sessuale e di genere nelle scuole

La mattinata del 16 dicembre è stata dedicata ad un interessante convegno nell’Auditorium del Polo Liceale Mattioli cui hanno preso parte le classi terze e quarte dell’Istituto. L’evento, volto alla sensibilizzazione sulle tematiche di bullismo e stigma sessuale e di genere nelle scuole, ha visto la partecipazione dei docenti dell’Università Federico II di Napoli nonché metri eccelsi della sezione anti-discriminazioni cultura e differenze del centro SInAPSi, centro di inclusione e partecipazione attiva della comunità LGBTQ+. 

Come è nato questo gruppo

Il dipartimento è nato inizialmente per l’inclusione di studenti con disabilità, per consentire a tutti di raggiungere gli stessi obiettivi. Ciascuno ha diritto alle stesse possibilità, a prescindere da quelle che sono le differenti dimensioni sociali legate a stereotipi e pregiudizi. 

Ad introdurre i lavori e aprire il convegno l’ avvocato Giuseppina Fabretti che, dopo i saluti della Dirigente scolastica,  prof.ssa Maria Grazia Angelini, lascia la parola alla docente di psicologia clinica Annalisa Amodeo. 

Nella vita ci sono persone che possiamo definire “privilegiate” perché nate in un determinato ambiente, con una determinata condizione e soprattutto sostenute in tutto e per tutto.

In altri casi, invece, ci troviamo dinanzi a persone che non hanno questi privilegi e si trovano a fronteggiare innumerevoli difficoltà, magari proprio a causa del loro essere diversi. Si può essere diversi dagli altri per mille varie ragioni, la nostra identità, ciò che noi siamo, ci rende unici. 

Esistono stereotipi legati all’identità sessuale che possono rendere fragili. Ciò che influenza è soprattutto come il contesto considera la mia identità. 

Altro elemento che condiziona profondamente il nostro comportamento nei confronti degli altri è la presenza di pregiudizi, meccanismi che la nostra mente mette in atto per controllare quello che accade, per ridurre le differenze, un po’ come “mettere in ordine” . 

La nostra identità si compone di quattro elementi: sesso biologico, orientamento sessuale, identità di genere (come mi sento nel mio corpo), ruolo di genere (verso cui veniamo “indirizzati” fin da bambini: ai maschietti sta la macchina come alle femminucce la bambola). Questi elementi permettono l’esistenza di innumerevoli e diverse identità, che hanno diritto di essere riconosciute.  

L’intervento di Claudio Cappotto psicologo, psicoterapeuta e sessuologo, dottore di ricerca presso la Federico II di Napoli ha insistito sull’ importanza del linguaggio che si utilizza. Anche ciò che può sembrare una semplice battuta può ferire una persona. La cura del linguaggio è fondamentale per costruire un futuro di benessere e prevenzione della violenza in ogni sua forma. 

A questo punto la platea viene invitata, dalla psicologa Cecilia Montella, del Centro di Ateneo SInAPSi, Sezione Anti-Discriminazione e Cultura delle Differenze, e dalla psicologa Arianna D’Isanto, impegnata nell’ambito della progettazione europea in Diversity&Inclusion, a chiudere gli occhi per partecipare ad una piccola attività, una sorta di sondaggio. Vengono poste precise domande: “siete stati o conoscete qualcuno che è stato vittima di bullismo?”; “siete stati o conoscete qualcuno che è stato vittima di violenze?” Aprendo gli occhi la sorpresa. Molte le mani alzate.

La violenza, il bullismo, il prendere in giro, non sono cose che riguardano unicamente chi è interessato in prima persona, ma riguardano tutti noi.

L’importanza del ruolo genitoriale nella difesa dei diritti LGBTQ+ 

Ad intervenire a riguardo è Carmela Smaldone, madre di una ragazza omosessuale, che porta la testimonianza della sua esperienza come genitore. “Quando mia figlia ha fatto coming out per me è stato molto difficile, non l’ho accettato subito, è stato devastante. In quel periodo mia figlia si è sentita non amata e penso che questa sia una delle cose più brutte. Con il tempo ho imparato a demolire muri e schemi che avevo nella mia mente. Ad oggi ho riconquistato mia figlia e mi batto per i diritti della comunità LGBTQ+ .”

La Smaldone, assieme ad altri genitori, si sta impegnando per sostenere soprattutto quelle persone che di sostegno non ne trovano, neppure nelle proprie famiglie, che magari sono rimaste senza casa perché cacciate via, che ora trovano appoggio in altre figure o in “case rifugio”. 

Segue un commovente video ricco di racconti riguardo i rapporti tra genitori e figli, di come i coming out possano contribuire ad una situazione di tranquillità in famiglia. 

Con l’intervento della Dirigente scolastica si chiude un incontro che come obiettivo mira alla formazione di cittadini più consapevoli, responsabili e rispettosi, di  nuove generazioni accorte a realizzare un mondo futuro più sereno e libero da pregiudizi, stereotipi di genere e bullismo. 

                                                                                                                                        Laura Del Casale

Foto di Ilaria Sputore