Il lago di Scanno o il lago dal Sentiero del Cuore

Il lago di Scanno, locato nella provincia dell’Aquila, nell’Alta Valle del Sagittario, fra i piccoli comuni di Villalago e Scanno, in mezzo ai monti Marsicani, è un lago montano (si trova, infatti, a circa 920 m di altitudine sul livello del mare) d’acqua dolce, incluso fra massicci calcarei; è il lago naturale più grande della regione (la profondità raggiunge i 32 m). Sono frequenti piante acquatiche e igrofile (“amanti dell’umidità”), oltre a ciliegi, pioppi, pruni, tigli e susini; la fauna si caratterizza per la presenza di orsi bruni marsicani, tipici della regione, lupi appenninici e gufi.

L’etimo del nome potrebbe essere dal latino scamnum ‘sgabello’, in quanto la collina sulla quale fu costruito il centro storico assomiglierebbe a uno sgabello, appunto. Secondo altri la denominazione “Scanno” deriverebbe da vocaboli quali “scandalo e scannella” designanti il nome di un qualche tipo di grano (o, per estensione, il luogo in cui esso era coltivato). Probabilmente, in realtà, “Scamnum” era una parola indicante il confine (“limes”) di un’area di terreno demaniale (“ager publicus”) divenuta di proprietà di una determinata famiglia in seguito all’elargizione di questo. Questa tesi sarebbe favorita dal ritrovamento di incisioni contenenti ulteriori “Scamnum” soprattutto in Puglia.

Osservato dalla cima di una delle montagne, ove si può arrivare seguendo il popolarissimo “Sentiero del Cuore” (che si può raggiungere dopo un tratto di strada asfaltata, un percorso sterrato e, per finire, una via battuta interna alla foresta), il lago esprime molto suggestivamente la sua peculiare forma di cuore. Il paesaggio, in ogni momento della giornata, è policromo: di mattina, la luce del sole rischiara il cielo e il bosco si accende di un verde splendente; al tramonto, il sole sembra giocare a nascondino riparandosi dietro i monti; di notte, la luna si specchia nel lago, come fosse il centro del cuore, e le luci arancioni completano l’indaco o l’avio della volta celeste abbellita dalle stelle lontane. Lungo il tragitto verso il punto panoramico si potrà visionare anche il borgo di Scanno che, come una macchia di pietra (e di storia), sosta fra l’erba.

Non lontano da qui sono la faglia del Monte Genzana e le Gole del Sagittario che, imponenti, prorompono fra le vette delle montagne. È in posti come questi che soggiace l’impotenza dell’uomo nei confronti della natura annientatrice. Qui è ambientata (“Nel Paese Peligno, dentro dal tenitorio di Anversa, presso le gole del Sagittario, la vigilia della Pentecoste, al tempo di Re Borbone Ferdinando I”) quella che D’Annunzio definirà la “perfetta delle mie tragedie”. Oggi, fra l’altro, è un’Oasi WWF, ricca di flora e fauna. 

Nella zona destra del lago è possibile organizzare liberamente pic nic e anche posizionare tende per il campeggio. Si possono, inoltre, praticare svariati tipi di sport quali pesca, ciclismo e canottaggio.  Sono presenti anche parchi giochi con altalene.

Il lago di Scanno è una destinazione turistica molto popolare, non solo per la bellezza del paesaggio, ma anche per le sue antiche leggende e storie. Una delle più conosciute riguarda la sua origine soprannaturale, secondo la quale il lago si sarebbe generato per proteggere le comunità locali dalle minacce esterne. Un’altra leggenda parla di una battaglia tra il re Battifolo e i romani; il primo, avendo constatato l’impossibilità di vincere con le sole forze del proprio esercito, decise di chiedere aiuto al Mago Bailardo, il quale, mediante un incantesimo, avrebbe ricoperto il campo nemico con megagrammi d’acqua, dando così vita al lago di Scanno. Non stupisce che il luogo è tutt’oggi un importante luogo di culto per le popolazioni locali, con le numerose rovine e i siti archeologici ancora visibili.

Un’altra leggenda ruota attorno alla figura di Pietro Baialardo, il quale, affascinato dalla bellezza della fata Angiolina e deciso a ottenere la sua mano, avrebbe ordinato il suo rapimento. Tuttavia, Angiolina sarebbe riuscita a sfuggire ai rapitori grazie al suo potere sovrannaturale, creando un lago al di sotto dei loro piedi dentro il quale sarebbero sprofondati.

Michelangelo Grimaldi