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Se la ricerca scientifica chiama il Polo Liceale Raffaele Mattioli risponde

Quando si parla di ricerca scientifica e di conferenze il Polo Liceale Raffaele Mattioli è sempre presente, infatti Venerdì 10 Marzo le classi IVC e IVCASA accompagnati dagli instancabili docenti Rosa Lo Sasso e Nino Di Pietro sono state accolte presso l’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti per partecipare all’UniStem Day. Una conferenza diversa dalle altre dove si sono succeduti 6 relatori, intervallati dalla presenza del gruppo musicale Scena Muta e da quella dell’attore Domenico Galasso famoso soprattutto per aver recitato nella serie di tendenza tra giovani e adulti Mare Fuori.

Nella prima parte della conferenza la Dott.ssa Assunta Pandolfi si è collegata con altre facoltà che stavano svolgendo il medesimo incontro volando fino a un’Università in Svezia.

Il tema principale attorno a cui è ruotata tutta la conferenza è stato quello delle cellule staminali, della loro importanza, di come vengono procurate e coltivate.

La dott.ssa Pandolfi è partita dalla definizione generale di “cellula staminale”, usata per la medicina rigenerativa entrando poi nello specifico trattando il tema dello studio clinico riguardante il Diabete di Tipo I. Il sogno di ogni ricercatore è quello di passare dal laboratorio al letto del paziente, ma purtroppo è difficile riuscire ad arrivarci”, cosi ha concluso la Dott.ssa raccontando la storia di Brian Shelton, paziente arruolato nello studio clinico del ricercatore e dottore Doug Melton, che grazie a delle cellule staminali non ha usato l’insulina per più di 270 giorni. Ogni ricercatore si trova a dover affrontare posti di blocco che variano e possono riguardare il rigetto, il superamento della tumorigenesi e cosi di seguito.

La parola è poi passata al Biologo Molecolare Roberto Plebani che ha illustrato il funzionamento dei mini-organi “on-chip” tramite il quale le cellule staminali possono essere coltivate quasi autonomamente fino ad ottenere una riproduzione dei tessuti. Ovviamente il modello cellulare varia in base a ciò che si decide di voler osservare e studiare (fibroblasti, cellule epiteliali, cellule endoteliali). Il vantaggio di questi mini organi on-chip è proprio quello di poter studiare le infezioni batteriche o virali e valutare se un farmaco agisce efficacemente o meno.

Prima dell’intervallo è intervenuta la Dott.ssa Natalia Di Pietro che ha illustrato la grande quantità di cellule staminali presenti nel cavo orale. Esse una volta estratte possono essere usate appunto per la ricerca di medicina rigenerativa in quanto possono essere indotte a diventare qualsiasi tipo di cellula matura, che sia un neurone, una cellula epiteliale, per capire meglio possiamo paragonarle a dei bambini che da piccoli non sanno cosa vogliono diventare da grandi e con l’aiuto delle persone intorno riescono a trovare la giusta strada. Oltre ad essere usate a questo scopo possono anche essere bancate, per essere utilizzate più in avanti con il tempo.

A rilassare gli animi sono intervenuti Domenico Galasso con un bellissimo monologo sulle correlazioni tra l’attore e il ricercatore, perché in entrambi i casi, quando l’uomo scopre cerca, e la band Scena Muta con della buona musica. Le ultime tre relatrici che sono intervenute Caterina Pipino, Domitilla Mandatori e Simona Boncompagni hanno cercato di spiegare più nello specifico come sia effettivamente nata la passione per la scienza e in particolare per la ricerca , di come alcune siano riuscite a conciliare quest’ultima con la famiglia,  di come altre abbiano incontrato ostacoli per i loro sogni per colpa del Covid-19 ma neanche una pandemia sia riuscita a frantumarli perché c’è chi ha la passione e spera di riuscire a contribuire alla ricerca scientifica fin da bambino, ma soprattutto di come la scienza abbia cambiato e appagato  per sempre le loro vite.

 

Diana Cuculo