“La divina superiore”

PURGATORIO

Mi svegliai infreddolito dopo un lungo sonno: il Natale era appena passato e mi trovavo in un luogo diverso rispetto al trimestre precedente.

Di fronte a me si ergeva una montagna, gigantesca, e un sentiero tortuoso la avvolgeva lungo i fianchi, inerpicandosi fino in cima.

Mi alzai da terra e mi incamminai verso il sentiero: in quell’istante apparve la mia fidata guida. Il mio vecchio amico Giornalotto era venuto, ancora una volta, a salvarmi.

Egli mi spiegò che il monte dinnanzi a me era il Purgatorio e che lungo il suo sentiero avrei dovuto affrontare le Prove e che, una volta superate, potuto accedere al Paradiso. Dopo aver salutato il mio caro amico, mi avviai verso la lunga salita.

Dopo un’oretta di cammino, mi imbattei nel primo ostacolo: la Prova di Recupero.

Per superare la Prova di Recupero avrei dovuto sopportare le numerosissime ore pomeridiane extra-scolastiche.

Una lunga ed estenuante prova che mi avrebbe stancato la mente e sfinito.

Le ore di lezione sembravano non finire mai: la noia invadeva il mio animo.

La mia atroce pena consisteva nel ripetere, senza tregua, un’infinità di volte, gli stessi concetti.

Proprio quando ero ormai stremato, senza più forza per resistere, sull’orlo della pazzia, proprio mentre stavo pensando di rinunciare all’impresa, sentii la pena affievolirsi: la prima prova era stata superata.

Così iniziai a ricompormi e mi incamminai sul sentiero.

Lì, a un bivio, mi attendeva la seconda prova; di fronte a me c’erano due strade: la prima portava sul percorso dello studiare strenua- promozione; l’altra strada, invece, significava non studiare e passare l’anno, ma con tre debiti. La scelta richiedeva molta scrupolosità, poiché entrambe le strade consistevano in estenuanti fatiche, quindi la mia scelta doveva essere meticolosa. Se avessi scelto la prima opzione avrei faticato all’inizio, ma avrei avuto il riposo estivo tanto desiderato, mentre se avessi scelto la seconda strada ci sarebbe stato un apparente riposo ma poi solamente una ripida e faticosa salita.

Giunsi, quindi, alla conclusione che la prima strada sarebbe stata la scelta più saggia e dunque mi misi subito al lavoro. Studiai ininterrottamente per un tempo che mi pareva interminabile, e feci così tante verifiche e interrogazioni che persi il conto, e proprio quando la mia pena iniziava a sembrarmi perenne e incessabile, giunsi alla conclusione.

Avevo raggiunto la cima della montagna e di fronte a me si trovava una scala di nuvole che terminava in una porta dorata; l’aria si era fatta di brezza estiva e potevo sentire il mare, le risate e i canti di molte felici persone dall’altra parte della porta. La porta era infatti semiaperta e ai miei piedi c’era una busta. La raccolsi e la aprii e il suo contenuto si rivelò essere la tanto temuta pagella di fine anno.

Controllai i miei voti ed erano inaspettatamente alti. In quel momento mi sentii parecchio sollevato poiché tutte le prove erano state superate e tutto si era rivelato un successo. Mi sentii finalmente pronto a varcare quella soglia e a ottenere il meritato riposo. Entrai, e dinnanzi a me si stagliava un paradiso tropicale pieno di piante enormi, frutti succosi e spiagge immense piene di gente riposata e sorridente.

Attorno a me c’erano angioletti che cantavano melodie celestiali. Finalmente avevo ottenuto ciò che mi spettava: dopo tante fatiche avevo tutto ciò che desideravo.

Entrai e iniziai a sentirmi felice.

Di Ginevra Redaelli 1°I, Beatrice Rainis 1°I, Leonardo Alberti 1°F,  Lorenzo Pigna 1°F e Mariavittoria Dimartino 1°I