Poesia: come e perché

di Federico Frau e Luna Frau Caccioppoli, 2d

Rispetto alla scrittura in prosa, la poesia è considerata, in particolar modo dai giovani, meno accessibile e più di nicchia, sia da leggere che da scrivere.

E, volendoci addentrare in questo mondo, le domande sorgono spontanee: come si costruisce una poesia? Perché si scrive? Ma soprattutto, a cosa serve?

A queste domande ha provato a rispondere la scrittrice milanese Maria Grazia Calandrone, partendo proprio da una poesia: Disattenzione di Wyslawa Szymborska.

Foto di Maria Wisława Anna Szymborska

Questa lirica della vincitrice del premio Nobel ci spiega, attraverso metafore e la sottile ironia che contraddistingue la sua poetica, come sia fondamentale per ogni essere umano non vivere passivamente, compiendo attività quotidiane meccanicamente, ma stupirci di ogni minimo particolare della vita, facendoci sempre domande sul perché di ogni cosa, che siano le gocce di pioggia o il cielo.

Come si costruiscono poesie

Secondo Maria Grazia Calandrone, la chiave per iniziare a comporre poesie è proprio questa: osservare  e raccogliere qualunque attimo della vita, perché ogni elemento, anche il più insignificante, può essere un valido spunto per iniziare a scrivere.

Le parole, dice l’autrice, devono essere scelte con cura ed esattezza, perché al contrario della narrativa qui anche una preposizione può fare la differenza ed esprimere qualcosa di diverso. E’ poi fondamentale la musicalità e il ritmo della nostra poesia, che ci suggerisce di leggere più e più volte per imparare a sentirla.

Perché scrivere

Ciò che spinge ogni scrittore, e per scrittore si intende colui che scrive, non necessariamente colui che lo fa per professione, è soggettivo, cambia da persona a persona: solo una cosa è certa, che ogni poeta scriva per sé stesso e non per il pubblico.  

Anche la stessa Calandrone non è esente da ciò nelle sue opere, infatti, nel suo ultimo romanzo, Splendi Come Vita, semifinalista al Premio Strega, racconta un evento strettamente personale, ripercorrendo la vita della famiglia biologica per comprendere i motivi delle loro drastiche scelte: prima l’abbandono della figlia e poi il suicidio, nelle torbide acque del Tevere.

La scrittura di questo libro non ha di certo fatto scomparire il suo dolore riguardo all’avvenimento, ci conferma , ma di sicuro le ha consentito di elaborare, analizzare e comprendere meglio la tragedia. Se si imbarazza di riportare al grande pubblico un evento così intimo? Con la vecchiaia si perde l’inibizione, dice ironicamente.

A cosa serve la poesia

In conclusione, forse lasciar scivolare liberamente una penna su un foglio bianco non migliorerà drasticamente la nostra quotidianità, ma è un’arte ed in quanto tale è un mezzo per esprimere i propri pensieri, le emozioni e la stessa persona, per iniziare a capirci qualcosa di questo gioco senza regole che è la vita.