MariaImpacchettata e la magia del Natale

Venerdì 22 dicembre mi arrivò una mail da un certo babbonatale@gmail.com… BABBO NATALE?! Perché mai Babbo Natale dovrebbe contattarmi?

Decisi di non farmi troppe domande e incominciai a leggere: “Salve, Mariasole, come sta? Le ho inviato un messaggio per dirle che quest’anno ho l’influenza e, di conseguenza, non ho la possibilità fisica di consegnare i doni per grandi e piccini, per questo volevo chiederle un piccolo aiuto, non è che per caso potrebbe farlo lei?   PS: se trova qualche bambinə che chiederà perché non ci sono, dovrà per prima cosa dirlə il suo nome in versione natalizia, per poi spiegarlə la situazione”.

Il mio nome in versione natalizia? Quale sarebbe? Il mio nome è Mariasole, ma in altri posti si usano nomi come: Mariaddolorata, Mariaconcetta… Potrei chiamarmi MARIAIMPACCHETTATA: è un po’ brutto… ma si può fare.  

Il giorno seguente mi arrivarono QUATTRO sacchi pieni di regali, su ognuno c’era un’etichetta con su scritto: “per Mariaimpacchettata”…, come faceva Babbo Natale a sapere il mio soprannome? Come al solito non mi feci domande, d’altronde era Babbo Natale, lui sapeva tutto di tutti. In lontananza notai una specie di slitta: era bianca con macchie nere e legate c’erano otto mucche, erano la stessa quantità delle renne, quindi decisi di chiamarle

  • Ballerino
  • Meteora
  • Arciere
  • Donald
  • Furetto
  • Arco  
  • Harry Potter
  • Pigro

Decisi di partire il 24 dicembre, alle dieci e mezza circa. Appena salii sulla slitta successe una cosa stranissima: le mucche non andavano a 27 km\h, loro andavano a 12.742 km\h, una velocità ALLUCINANTE, che copre il diametro della terra in un’ora

Stavo sorvolando gli ultimi tre paesi quando mi squillò il cellulare, era di nuovo lui… Babbo Natale… Cosa voleva ancora? Non mi importava più di tanto ormai, ma decisi di rispondere.

Incominciò dicendo: “Salve, Mariaimpacchettata, l’ho chiamata per dirle che ho inviato uno dei miei elfi per aiutarla, le chiedo scusa se la prima volta che l’ho contattata non le ho lasciato il tempo di farmi delle domande, quindi se ne ha può pormele ora”.

“Scusi, ma perché ha scelto proprio me?” gli chiesi.

“Perché so che di lei posso fidarmi, ha sempre avuto a cuore il Natale, non vedo un motivo per cui non possa fidarmi di una come lei”.

“Grazie per la fiducia” gli risposi commossa, nessuno me ne aveva data tanta e questo mi riempì il cuore di gioia, poi sentii anche qualcos’altro, ma non dentro di me, era una voce: stridula, insicura, impaurita e minuta.

Mi girai e c’era un piccolo elfo tremante, tremava così tanto che rimaneva a stento in piedi, mi disse qualcosa che non capii subito: “C-c-ciao, s-so-sono stato mandato da b-Babbo Natale, ha det-to che avevi b-bisogno di aiuto”

“Hey, piccoletto, non devi mica aver paura di me, non sono un’assassina che vuole ucciderti, eh!”

Il piccoletto, dopo aver sentito quelle parole, smise di tremare, poi però balbettò qualcosa:

“S-s-senti, n-non è che p-p-per caso h-hai bi-bisogno di aiuto nella con-consegna?”

“Se vuoi, puoi consegnare i regali in qualche casa, se ti va”.

Era mezzanotte passata e io e Halfur – il piccoletto – avevamo appena finito di consegnare l’ ultimo regalo, quando mi resi conto che non eravamo passati da casa mia: non avevo ricevuto nessun regalo, ma pazienza, quella sera è stata il regalo, perché in una sola sera avevo: visto e sentito Babbo Natale, sorvolato il mondo su una slitta trainata da otto mucche, conosciuto Halfur e soprattutto mangiato un sacco di biscotti… infatti nei giorni seguenti ho fatto tre giri dal dentista, ma questo e altro per un Natale così speciale!

Testo e immagine di Mariasole Frison, I F