Augusta città dei sogni

Ecco come ha risposto all’invito dell’ Unitre di Augusta di proporre nuove strade percorribili per una maggiore valorizzazione della città il giovane augustano Lorenzo Ballariano della classe IV QL del Liceo Scientifico delle Scienze Applicate Quadriennale, del Secondo Istituto di Istruzione Superiore “A. Ruiz” di Augusta.

Immagina di svegliarti ogni mattina e di scorgere l’immenso mare dalla finestra, un blu brillante in grado di illuminare le calde giornate estive, brillantezza che ha guidato il cammino di molti grandi uomini della storia. Questa è Augusta, un enorme faro che rischia di spegnersi, lasciando noi, povero popolo di marinai, a naufragare nel buio.

Augusta è una piccola città situata nella costa sud-orientale della Sicilia. Nel corso della storia è stata definita come una perla nel Mediterraneo, infatti, sin dalla sua fondazione è stata scenario di molte guerre diventando una base militare per tenere sotto scacco le popolazioni provenienti dalle  civiltà d’oltremare. Nel corso della storia ha assistito ad insediamenti di diverse  culture ( araba, normanna, sveva, spagnola) che hanno permesso lo svilupparsi della nostra cultura e di uno stile artistico variegato.

Dando un occhio  alla storia recente, Augusta era un paesino di pescatori, ma  il settore della pesca è stato piano piano soppiantato dal settore industriale, favorendo lo sviluppo di varie raffinerie nelle zone adiacenti al porto, che hanno creato, effettivamente, molti posti di lavoro  e hanno dato una spinta all’economia, creando però un considerevole inquinamento.

La popolazione augustana, ma più  in generale quella siciliana, sta progressivamente invecchiando, i giovani preferiscono trasferirsi in città più a nord della penisola, alla ricerca di lavoro e di solide radici su cui far fiorire la propria famiglia. La città non può continuare ad ignorare il problema, serve una soluzione repentina. Noi persone nate ad Augusta cresciamo immersi in una bellezza  artistico-culturale immensa, ma per natura ci soffermiamo a vedere il bicchiere mezzo vuoto, mettendo in evidenza le mancanze del territorio senza soffermarci sulle potenzialità. Augusta è una bellissima gemma grezza che attende di essere riportata all’originario splendore, illuminando il Mediterraneo con la sua enorme brillantezza.

Augusta è piena di potenzialità territoriali, basti pensare ai monumenti e alla loro unicità, prendiamo per esempio la posizione del castello Svevo, che sovrasta l’isola da una posizione a picco sul mare. Avvicinandoci possiamo sentire le grida disperate delle pareti che chiedono un restauro, il desiderio di voler esprimere a pieno la propria bellezza e di non esser trattate come una pietra che sta per cadere nelle fredde acque. Possiamo sentire i pianti di invidia di un povero forte abbandonato alle erbacce, che osserva lo splendido fratello restaurato. Angoli della città che ci sussurrano all’orecchio il loro desiderio di essere scoperti e valorizzati, ma per  mancanza di fondi o per cavilli burocratici sono costretti a restare celati ai più. Ormai i cittadini sono abituati a questi sussurri di disperazione e sperano che presto finiscano, senza mai intervenire personalmente. Siamo  in molti a lamentarci delle insoddisfacenti conservazione e salvaguardia dell’ambiente, ma nessuno scende in campo. I primi siamo noi giovani, ancora lontani dal mondo degli adulti, i nostri bisogni vengono messi in secondo piano facendo nascere in noi la necessità di evasione da una arretrata città idilliaca. A cosa serve tale bellezza se non vi sarà nessuno a scorgere il susseguirsi dei giorni in questa arida terra?

Sentiamo spesso parlare della volontà di ricostruire l’aspetto socio-economico del paese soffermandosi per lo più sul turismo e sui giovani, ma tali parole restano campate per aria. C’è la necessità di nuovi centri di raccolta e luoghi dove far svolgere la “movida”, attrazioni turistiche (in parte già presenti nel territorio),  e di enti che valorizzino effettivamente la bellezza cittadina.

Sono molti i paesi diventati pure ombre del passato, basti pensare agli innumerevoli borghi fantasma che si stanno sviluppando nell’ultimo periodo, tutti accomunati dall’aver trascurato il bisogno dei giovani, che  rappresentano la massima ricchezza di un paese, permettendo effettivamente di dar vita anche ai luoghi meno ispirati, per andare incontro alla necessità di scoprire ed interfacciarsi con nuove realtà, una propensione che li porta inevitabilmente a studiare e a lavorare all’estero. È un peccato che una bellezza del genere non rappresenti una fertile culla per sviluppare un giovane cittadino pronto a competere nella difficile gara della vita, potenzialità caratterizzanti le grandi città.

L’economia del paese ha assistito ad un boom con l’introduzione delle raffinerie   e l’occupazione nelle industrie  di quelli che prima erano contadini o  pescatori.

Tale occupazione ha intorpidito lo sviluppo del turismo ed ora che stiamo assistendo ad una transizione energetica, serve rivoluzionare l’economia della città  creando nuovi posti di lavoro,  che possano invogliare la popolazione più  giovane a restare nella neo-città. Non serve creare panorami da cartolina, ma una realtà che includa i giovani nel suo sviluppo. Ciò  che dovrebbe aiutare tale transizione è l’orgoglio: orgoglio di camminare nelle stesse strade di grandi uomini, orgoglio di ammirare ogni giorno un fantastico panorama ed orgoglio di vedere turisti entusiasti, che porteranno un pezzo di Augusta nel cuore. Augusta città dei sogni, città di speranze che ogni visitatore porterà sempre con sé, solo se opportunatamente aiutata da enti specializzati alla restaurazione del territorio. 

Lorenzo Ballariano   IV QL