Il film del mio futuro

Durante gli ultimi anni troppi fatti hanno sconvolto la nostra quotidianità: la guerra in Ucraina è proprio l’ultimo avvenimento eclatante, ma pensiamo alla pandemia, ai mesi che ci hanno costretto a rinchiuderci nelle nostre case, che hanno costretto i giovani a privarsi degli anni più belli della loro vita, ad aver paura di uscire di casa. Troppe novità abbiamo dovuto sostenere in modi abbastanza repentini e questo ci fa pensare anche a cosa il futuro ci riserverà.

E se un’altra disgrazia dovesse piombarci addosso? Come possono sopportare i genitori l’idea dei loro figli che vanno incontro ad un futuro totalmente incerto? Molti dubbi colgono ogni singolo individuo in questo momento e lo stress provocato da questi può essere così alto da farci cadere nello sconforto. È così che ci abbandoniamo tra le braccia dei sogni, unico mezzo capace di sostenerci come una madre. Perché sognando riusciamo ad abbandonare il nostro corpo, a viaggiare con la mente, lasciando che il cuore ci faccia percepire un’immagine diversa da quella che vedono gli occhi, ovvero la miseria. Solo così possiamo concretizzare i nostri desideri, dono inestimabile. Solo così possiamo scoprire nuovi mondi che ci fanno ridere ma anche piangere, divertire o rattristare, mescolando in un calderone un insieme di emozioni che nonostante tutto ci fanno stare bene, ci fanno volare.

È inspiegabile quanto conforto possa dare un sogno ad occhi aperti, la leggerezza che fa sentire ai nostri piedi: oserei dire che i sogni per noi sono una droga, non ne possiamo fare a meno se abbiamo bisogno di quella scintilla capace di allietarci le giornate. Così immensa è la speranza che viene provocata in noi da un sogno, tanto disastroso è ritornare con i piedi per terra e perdere le ali dell’immaginazione, forzandosi a credere che quello era solo un sogno. Il fatto che ciò che sogniamo sia ben diverso dalla realtà pesa molto di più dei singoli problemi che ci sono nel mondo o nella nostra vita. Proprio per questo ribadirei che il sogno è come una droga, perché alterna momenti precari di felicità a periodi in cui i sogni stessi crollano davanti, poiché irrealizzabili. Questo, purtroppo, è il prezzo da pagare affinché si possa godere di piccoli (ma così importanti) attimi di pace interiore.

Non so cosa ci attenderà nei prossimi anni, non ho la minima idea delle incertezze che incomberanno su di noi. Ma vivo più nei sogni che nella realtà e penso inoltre che la vita, in ogni sua sfaccettatura, debba essere vissuta con immensa gratitudine, perché la vita è un dono, un tesoro che dobbiamo custodire avidamente perché abbiamo l’occasione di vivere. Non è per nulla scontato. È normale aver paura, io stesso ne ho troppe di paure. Ma l’uomo non è fatto per essere razionale, è costruito per vivere, sperimentare e, se necessario, sopportare anche delle ferite, perché è nelle peggiori situazioni che si coglie un grande messaggio. So di avere tra le mani un bene prezioso e spero che tutti riescano a comprenderlo.

E dunque sì, vedo un futuro pieno di luce ma anche di buio e non attendo altro che di viverlo. Il futuro mi troverà qui, assieme alle valigie dei ricordi, pronto ad accoglierlo. Penso che il film del mio futuro abbia un colore ben specifico, ovvero il verde, perché rappresenta vividamente  l’arma che nessuno è in grado di togliermi: la speranza.

Daniele Gaeta 2QL