di Matteo Fiorucci 2d
A pochi chilometri da Mondovì nella zona del Monregalese, sorge il Santuario di Vicoforte, una di quelle opere che abbiamo la fortuna di avere in Italia, ma che al tempo stesso abbiamo la distrazione di ignorare fin troppo spesso.
Situato non in un centro abituato importante ma in un ambiente bucolico, il Santuario “Regina Montis Regalis”- dedicato alla Natività di Maria Santissima- è uno dei principali capolavori del Barocco piemontese che colpisce subito il visitatore per la sua maestosità, per le linee sobrie all’ esterno e le ricchissime e scenografiche composizioni architettoniche all’ interno.
L’origine di questo Santuario è quasi fiabesca, esso infatti nasce attorno ad un pilone votivo ad opera di un fornaciaio nel 1500. Quasi un secolo dopo un cacciatore, in modo accidentale colpì il pilone ormai nascosto dai rovi. La pallottola provocò la scrostatura del ventre della Madonna che sanguinò. L’evento fu subito considerato miracoloso: nacque una prima devozione riparatoria all’affronto. Era periodo di peste ed ogni segno aveva una sua lettura, questo era considerato nefasto e per ringraziare la Madonna fu costruita una prima cappella. Il luogo richiamò subito un gran numero di fedeli rendendo necessarie importanti opere urbanistiche. Ben presto si decise di costruire un gran tempio della fede. I lavori furono affidati all’architetto orvietese Ascanio Vitozzi al quale si deve la forma ellittica. L’opera fu portata a termine nel Settecento grazie all’intervento dell’architetto Francesco Gallo.
Quello che maggiormente colpisce di questo edificio religioso, tra i principali capolavori del Barocco piemontese, è sicuramente la sua cupola con sezione orizzontale ellittica che risulta essere la più grande del mondo. La cupola, coperta con tetto in tegole a più spioventi, e coronata da un cupolino (o lanterna), fu terminata da Gallo nel 1732. Il suo interno, riccamente decorato in stile barocco, ospita un affresco di 6.000 metri quadri, opera a tema unico più esteso al mondo: la Vergine, la sua vita terrena, l’attesa della redenzione e l’assunzione in cielo .
Al centro trionfa la figura gloriosa della Vergine tra la gioia degli angeli osannanti e musicanti, mentre dalla luce del cupolino si protende la Trinità che accoglie l’anima e il corpo della madre di Dio. Il grande affresco fu terminato nel 1752 da Mattia Bortoloni di Rovigo e Felicino Biella di Milano.
Oltre alla cupola, l’interno del Santuario di Vicoforte è ricco di affreschi, statue e un altare maestoso con marmi rosati. E poi ci sono le quattro magnifiche cappelle: la Cappella di San Bernardo, mausoleo dei Savoia di scuola neoclassica arricchita di diversi elementi simbolici; la cappella di San Benedetto a destra sotto l’organo che è la più artistica delle quattro e destinata a ricordare la Sacra Sindone; La cappella di San Francesco di Sales che è oggi Cappella del SS. Sacramento, adibita alla preghiera personale e alle celebrazioni nei giorni feriali e infine la cappella di S. Giuseppe con la grande tela d’altare è opera di Giovenale Bongiovanni di Pianfei. Di notevole pregio anche l’Abside di San Rocco con la pala d’altare opera di Antonio Meyer da Praga, che la dipinse nel 1752