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“Tracce di Emozioni” una storia fatta di passione per l’arte

Presso la Sala Irma Perrotti di Vasto, con la moderazione della prof.ssa Patrizia Ciccarella, Anna Torre, artista ed ex docente, ha raccontato agli studenti del Polo Liceale Mattioli la sua storia, una storia fatta di emozioni e guidata dalla passione per l’arte. 

Foto di Chiara Antenucci

Anna Torre nasce a Barletta nel 1953, fin da subito, durante l’infanzia, mostra una particolare passione per l’arte che per lei diventa l’equivalente del gioco, “mentre gli altri giocavano io mi divertivo ad disegnare, colorare ed osservare.” 

Ci racconta di come la vena creativa abbia sempre fatto parte del suo DNA: la mamma realizzava vestiti e il padre scriveva in modo elegante, raffinato mentre lei osservava e riproduceva. 

Durante la scuola primaria, gli insegnati avevano notato la sua particolare predisposizione al disegno e le sue primissime opere venivano esposte sulle pareti della classe, talvolta anche sotto gli sguardi invidiosi degli altri bambini. 

La passione per l’arte si fa sempre più forte e il talento viene rafforzato da anni di studio e pratica, prima presso il liceo artistico e poi all’Accademia delle Belle Arti. È proprio qui che entra a contatto col mondo delle mostre, luoghi in cui riunirsi per poter rappresentare ed esporre la propria arte. 

Foto di Chiara Antenucci

La sua esistenza cambia quando incontra l’amore della sua vita e decide di dedicarsi all’insegnamento al fine di andare incontro alle necessità familiari: “Quando si diventa moglie e madre si cambia tantissimo, o almeno, per me è stato così. Fin da subito ho visto la famiglia come un ulteriore arricchimento. Quello della famiglia è un valore che ho ereditato dai miei genitori, in cui ho creduto e continuo ancora a credere e che ho trasmesso ai miei figli. La vena artistica è rimasta nel mio cuore e ho provato a trasmetterla ai miei figli prima ancora che entrassi nella scuola, facendoli dipingere con me quando erano piccoli.” 

Al suo ingresso nel campo dell’insegnamento, ci racconta, la situazione era a dir poco critica. Il valore attribuito alla sua disciplina era davvero poco e così, mossa dalla passione per l’arte, decide di restituire giustizia allo studio della materia, cercando di trasmettere il proprio amore per questo mondo ai suoi alunni, incitando anche e soprattutto coloro che si definivano “non portarti”. Non esistono le persone negate, se si è negati vuol dire che non ci si è allenati abbastanza, che non si hanno buone basi o non si hanno buoni insegnanti, ma bisogna perseverare. Più ci si allena e più si crea. Il consiglio è quello di posizionarsi in un luogo ideale, con la luce ideale, un po’ di musica, rilassarsi e creare, ma soprattutto bisogna crederci. 

Il colpo di fulmine con la nostra città 

La professoressa racconta con grande trasporto la sua prima volta a Vasto, di come questa città dal carattere antico, ricca di vicoletti e splendidi paesaggi, l’abbia affascinata fin da subito al punto di non voler più andare via. 

Foto di Chiara Antenucci

Questa città le ha regalato anche una grande amica con cui condivide la passione per l’arte e che ha conosciuto per caso. Aveva notato una signora seduta davanti al Castello Caldoresco che disegnava. Quest’immagine l’ha incuriosita spingendola ad avvicinarsi. In compagnia della nuova amica, ha lasciato andare via la timidezza e e si è dedicata anche alla pittura en plein air. 

L’ammirazione per Van Gogh 

“Il mio maestro per eccellenza è Van Gogh”, e ci illustra come, attraverso le opere da lui realizzate, si percepisca  la voglia di vivere del pittore. Le opere sono dotate di una straordinaria luminosità e non sembrano descrivere il suo stato d’animo tanto angosciato e tormentato se non per le pennellate molto irruenti che potrebbero indicare anche solo un carattere particolarmente forte e incisivo. 

Il concetto di capolavoro 

Nella seconda parte dell’incontro vengono mostrate ai partecipanti alcune delle sue opere. In particolare vengono presentati due lavori, uno con sfondo e l’altro privo di sfondo, raffiguranti la stessa immagine, quella di un pescatore vastese ritratto a Vasto Marina. Dietro a queste due immagini c’è una storia: la storia della ricerca del capolavoro, una ricerca così assidua da averla portata, in un momento di sconforto, a rinunciare. Dopo poco decide comunque di riprendere il progetto ed interrompersi prima ancora di disegnare lo sfondo: “con lo sfondo andavo a calcare l’immagine e a rovinare il complesso”. 

Un capolavoro è una produzione in cui si è dato il massimo, realizzata entrando in connessione con se stessi. 

Una nuova raccolta di disegni 

È in arrivo un piccolo libricino, una raccolta di disegni realizzati durante il Lock-down, nata dalla paura del Covid, di non stare più su questa terra. Per la sua realizzazione sono stati ripresi tutti i soggetti e le tematiche già rappresentati. Ogni mattina la professoressa si è alzata di buon’ora e ha cominciato a disegnare.

 L’arte è giunta al capolinea?

L’incontro con Anna Torre si avvia verso la sua conclusione con una riflessione: nell’epoca in cui l’intelligenza artificiale è in grado di realizzare qualsiasi dipinto, l’arte e il lavoro dell’artista stanno morendo? Per quanto possano essere belle le immagini realizzate dall’IA queste non riusciranno mai a suscitare le stesse emozioni di un quadro dipinto a mano.  

Qui si conclude il nostro viaggio sulle tracce delle emozioni legate all’arte e alla vita di questa straordinaria artista e professoressa. 

                                                                                                                                             Laura Del Casale