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Incontro con la polizia scientifica per parlare di “tracce sulla scena del crimine”

Il 16 gennaio 2024 si è svolto in Auditorium un incontro interessante che ha coinvolto le classi quinte del nostro liceo e due rappresentanti  del servizio di polizia scientifica della Direzione Centrale Anticrimine di Chieti, Francesco Russo e Raffaella D’Arnese. 

Temi principali dell’ evento: la nascita della direzione scientifica in Italia, i metodi di identificazione e la loro evoluzione nel tempo, le regole per lo studio di una scena del crimine e le tipologie di tracce rilevabili. 

COME NASCE LA POLIZIA SCIENTIFICA

In Italia la polizia scientifica nasce nel 1902, fondata da Salvatore Ottolenghi con Cesare Lombroso, autore di “L’uomo delinquente”, dove Lombroso sosteneva come i delinquenti fossero identificabili dalle fattezze del viso.   

Prende piede anche a Chieti,nel 1922,a polizia scientifica che avrà direzione centrale a Roma.

QUALI SONO I METODI DI IDENTIFICAZIONE

In passato l’identificazione veniva basata su metodi empirici, poi con l’avvento della fotografia si venne a formare una banca dati di scatti che ritraevano i soggetti incriminati, metodo introdotto da Alfons Berillo.

Altro metodo utilizzato era la misurazione di ben undici parti del corpo di una persona, ma le tecniche diventarono sempre più affidabili e precise con l’identificazione del DNA e delle impronte digitali (utilizzato già in Babilonia), introdotta da Malpighi, il quale determina che sulle dita ci sono 5 strati di epidermide, esse  si riproducono sempre, a meno che non viene rimosso lo strato basale.

STUDIO DELLA SCENA DEL CRIMINE

Attualmente su una scena del crimine viene adottato il metodo di Salvatore Ottoleghi, con descrizioni fotografiche e video, dall’esterno all’interno, dal generale al particolare. La procedura è descritta dal codice di procedura penale art. 354.

Le tracce trovate dove avviene un delitto servono per identificare il colpevole, ricostruire le dinamiche dell’accaduto e, talvolta, identificare la vittima. Esse possono essere di diverso tipo: biologiche (delicate e soggette a rischi di inquinamento), ematiche e informatiche.

Le prove da portare via e analizzare vengono contrassegnate da indicatori numerici, mentre con quelle letterali le prove non possibili da portare via.

STRUMENTI DI INDAGINE

Ogni poliziotto della scientifica possiede una valigetta sopralluogo standard, dotata di cacciaviti, acqua distillata, pinze, taglierini e tanto altro ancora. A volte, per recuperare tracce, bisogna smontare oggetti.

Si utilizzano buste di sicurezza di plastica e di carta o buste traspiranti  per far traspirare le prove ed evitare così creazione di muffe. Si utilizza, inoltre, lo stub. Lo stub è un adesivo  per rilevare le particelle dello sparo (piombo, antimonio e bario) su parte del pollice o dell’ indice, sia sulla mano destra che sulla mano sinistra e, a volte, anche sul viso e  sugli abiti. 

Tracce non visibili, come il sangue  lavato via, possono comunque essere rilevate con il luminol (sostanza cancerogena) nebulizzandolo con delle luci .

TECNOLOGIE

Ad oggi, il sistema di riconoscimento facciale è molto utile per accelerare le ricerca di un sospetto. Alcuni softwer   analizzano le videocamere e ristringono la cerchia di possibili persone simili al sospettato. Il problema è che la banca dati AFIS è limitata, anche a causa della protezione della privacy in Italia.

                                                                                                                              Diana Pachioli 

                                                                                                                                Foto di Ludovica Vecchiotti