Fusione nucleare

Se si pensa ad una centrale nucleare, la prima tecnologia che viene in mente è la fissione nucleare, oggi ampiamente utilizzata per la generazione di energia elettrica.

Tuttavia, esiste un processo, in fase di sperimentazione, che può ritenersi più “pulito” della fissione o, addirittura, un’energia rinnovabile: la fusione nucleare.
La fusione nucleare è un processo che utilizza la trasformazione di isotopi dell’idrogeno in atomi di elio; sostanzialmente, i nuclei dei due isotopi si fondono, così da portarsi entrambi in uno stato di energia inferiore, liberando quella in eccesso. La reazione di fusione richiede però ambienti ad elevatissime pressioni e temperature, che la tecnologia e i materiali attuali, non riescono ancora a contenere.

Affinché l’energia nucleare possa essere considerata “energia rinnovabile”, è necessario che vengano portati avanti studi sul riutilizzo delle scorie prodotte dalle future centrali a fusione nucleare, così da poter inertizzare la radioattività delle scorie stesse, e poterle reimpiegare nei nuovi processi produttivi.
Dalla fusione nucleare si hanno indubbiamente vantaggi per la gestione delle scorie radioattive; infatti, le scorie provenienti dalla fissione nucleare, rimangono radioattive per circa 3000 anni, mentre quelle derivanti dalla fusione nucleare al 12° anno avranno già dimezzato i loro effetti radioattivi.

Giovanni Arena, III B