Si è partiti esponendo l’aspetto filosofico dietro le relazioni tra I due generi. Dopo aver citato i dati statistici delle violenze, il docente Giovanni Maddalena ha spiegato come l’uomo nel corso della storia non sia mai cambiato e che ad uccidere sono in maggioranza uomini tra i 20 e i 40 anni. In particolare l’Europa e il Giappone sono i luoghi più sicuri e l’Italia stessa è ben posizionata in questa classifica. Inoltre il docente ci tiene a sottolineare che per non essere un carnefice non basta essere intelligenti perché ci sono degli istinti negativi intrinsechi nell’uomo. Successivamente la psicologa Manuela Colanzi ci ha spiegato come riconoscere degli atteggiamenti o anche una relazione tossica da una sana. Spesso infatti ci si ritrova in contesti di violenza perché la vittima sta attraversando un momento di fragilità dovuto ad altro e per provare ad uscirne, cerca un appiglio in persone nocive. Inoltre, viene scambiato l’uomo forte con quello che usa violenza. Il secondo in realtà è anch’esso molto debole in quanto ha delle insicurezze che lo spingono a non fidarsi, ad esempio, della partner, a vietarle di spiccare il volo per paura di essere abbandonato.
La psicologa, inoltre, ci racconta come l’unico modo per uscire da queste situazioni è capire il proprio valore, ritrovare la propria autostima e pretendere la giusta autonomia. Infine a prendere parola è stato il giurista Italo Radoccia che ha spiegato l’importanza di non lasciare sole le donne, come spesso accade dalle famiglie, che appoggiano solitamente il carnefice e da cui vengono isolate perché considerate loro stesse colpevoli o comunque in grado di sopportare. Inoltre le leggi ci sono ma spesso dovrebbero essere applicate con più vigore per ridurre quanto più questo fenomeno. L’incontro, infine, è terminato indicando il numero per contattare lo sportello attivo 24 ore su 24 dell’associazione Emily d’Abruzzo, ossia 3311566701.
Lisa Croce