Non lasciamo tracce

In occasione della 25esima edizione del Festival della Scienza Ad/ventura, nel primo pomeriggio del 17 Gennaio 2024, abbiamo potuto assistere al convegno “Non lasciamo tracce”. Qui abbiamo avuto il piacere di incontrare Giuseppe Silvestri, il presidente CIVETA; Luigi Sammartino, direttore tecnico CIVETA; Paola Valentini, vicepresidente della CIVETA e Daniza Pomponio, responsabile finanziario e contabilità CIVETA.                              

Il meeting è stato introdotto con una nota musicale da parte di Evan e Sara, due ragazzi appartenenti al Liceo Musicale, accompagnati dalle docenti Marilina Del Bianco e Vanessa Di Cintio.

                                                                     

La vicepresidente Valentini ha dapprima fornito la definizione di CIVETA, una società territoriale che nasce come consorzio, costituita da otto soci e concentrata sul comprensorio dei comuni dell’Abruzzo e dintorni, ad oggi trasformata in una S.R.L.,  per poi parlarci di un argomento che le è sempre stato di grande ispirazione, la merceologia, materia che le consente di riportare alla mente i calorosi momenti in cui, per via degli scout, guidava i ragazzi in gite in montagna. 

La parola è passata poi al presidente, Giuseppe Silvestri, che dopo aver ribadito il concetto di Civeta, si è concentrato su quello che è lo scopo della società stessa. Quest’ultima infatti si pone come obiettivo quello di cancellare ogni minima traccia, incentivando a sua volta l’economia. È importante, inoltre, valorizzare quello che noi stessi mettiamo fuori dalla porta; con il tempo, infatti, ci siamo accorti che una parte viene riconosciuta come risorsa necessaria per andare avanti, mentre l’altra, purtroppo, crea cumuli inutili. Bisognerebbe, dunque, cercare di lasciare tracce sempre più piccole, lasciare il mondo così come trovato se non meglio di prima, facendo sì che le generazioni future possano usufruire di un pianeta che abbia caratteristiche ambientalmente sostenibili. 

Per fare ciò è necessario compiere un percorso particolare, che minimizza l’uso massiccio delle risorse non rinnovabili, non più utilizzabili in modo lineare, senza tuttavia eliminarle del tutto, in quanto impossibile.
Si punta dunque all’economia circolare (introdotta da Luigi Sammartino).

L’economia circolare prevede diverse fasi: 

  1. Prelievo di materie prime; 
  2. Progettazione di un prodotto innovativo da parte delle industrie; 
  3. Produzione e ri-fabbricazione del prodotto;
  4. Distribuzione del prodotto; 
  5. Consumo e utilizzo; 
  6. Raccolta tramite la raccolta differenziata;
  7. Riciclaggio di tutte le parti utilizzabili nuovamente, secondo determinati criteri (i materiali non devono rischiare di inquinare l’ambiente e non devono costituire degli ulteriori rifiuti);
  8. Rifiuti residui, collocati nella maggior parte dei casi nelle discariche. 

Nel recupero delle risorse e nei trattamenti che si compiono sui rifiuti, la trasformazione dei rifiuti stessi in compost sui terreni non deve generare la formazione di discariche, in quanto rappresenterebbe un fattore inquinante che deve essere necessariamente ridotto al minimo. Il sistema deve essere perciò verificato: non esiste la possibilità di svolgere economia circolare con delle azioni semplificate; esiste la possibilità di compiere un’azione che presupponga diverse azioni integrate che insieme possano avere come obiettivo quello di limitare gli scarti e realizzare l’economia circolare e quindi la prevenzione come elemento principale di produzione dei rifiuti, il recupero di energia, dei materiali e poi alla fine come ultima opzione la discarica. 

Cosa si fa concretamente a CIVETA? 

Dopo che la comunità produce i rifiuti, il packaging di questi ultimi viene posizionato all’interno dei raccoglitori dagli addetti della raccolta, i quali lo conducono al loro impianto. 

Il sistema prevede in primo luogo una fase denominata “Gestione anaerobica del rifiuto organico”, la quale viene svolta in assenza di ossigeno all’interno di digestori. Da qui viene prodotto biogas, che una volta “raffinato” sprigiona il biometano, il quale potrà essere utilizzato successivamente per alimentare il trasporto o per essere immesso nella rete del gas. Dal materiale che viene “digerito” nei digestori si ha la possibilità di  estrarre del compost che torna in agricoltura e si ottiene, inoltre, la produzione di anidride carbonica, ad oggi  una delle principali responsabili dell’effetto serra. Vi è quindi un ulteriore effetto benefico nei confronti dell’ambiente, poiché la decarbonizzazione dei cicli industriali è la prima necessità che l’azienda di presuppone nei termini di rispetto della normativa ambientale (l’obiettivo principale dell’accordo di Parigi delle Coop, secondo cui vi è l’obbligo di diminuire del 55 % le emissioni di CO due da qui al 2030 e raggiungere la neutralità atmosferica entro il 2050). Questo sistema viene chiamato “sistema circolare” e si definisce tale poiché gli scarti prodotti sono minimi e si garantisce il massimo recupero di materia.

Daniza Pomponio, invece, ha introdotto il bilancio e la sostenibilità definendoli come “due vettori che si intersecano tra di loro”. Il bilancio ha la funzione di andare a definire il reddito fiscale, attraverso cui si andrà a determinare l’imposta che si pagherà allo Stato. Il bilancio, concettualmente, svolge, dunque, una duplice funzione: in primis quella di legge e in secondo luogo quella di definire lo stato di salute dell’azienda. 

Per sostenibilità, invece, si fa riferimento sia alla sostenibilità ambientale che alla sostenibilità sociale (tutelamento dei propri lavoratori).  Nell’ azienda si va, dunque, a favorire il recupero della materia, l’utilizzo di fonti rinnovabili e l’economia circolare, con l’obbiettivo di tutelare l’ambiente, sfruttando le risorse in modo tale da lasciarne per le future generazioni.  

In questo discorso possiamo inoltre far riferimento al PNRR (piano nazionale di ripresa e residenza) orientato verso un’azione green. A tal proposito la CIVETA ha tre progetti in corso che sarebbero finanziati dalla comunità europea: 

1.  green community; 

2. impianto funny;  

3. digestore.

Daniza Pomponio conclude il suo intervento facendo riferimento ad una frase di Ipazia Di Alessandria di seguito citata:” Colui che influenza il pensiero del suo tempo, influenza i momenti che seguono e lascia una traccia per l’eternità”. Con questa citazione il consiglio che ci viene dato è che l’unica traccia che dobbiamo lasciare è il pensiero e l’influenza della nostra conoscenza di essere liberi, creativi ma sostenibili. 

In conclusione per la chiusura dell’incontro, sono state scelte dieci persone per compiere una prova teatrale. Ogni persona avrebbe dovuto camminare immaginando di vivere determinate situazioni opportunamente descritte (per esempio camminare su della sabbia bollente, trovarsi su un pavimento completamente ghiacciato o nel mezzo di una tempesta battente).

                                                                                                                                     Chiara Di Mascio