Diversi da chi? Un laboratorio AIRC contro il cancro 

 

Tra i progetti del Festival della Scienza Ad/ventura, alcune classi del biennio e triennio del Polo Liceale Mattioli hanno avuto occasione, come ogni anno, di partecipare al progetto ideato per gli studenti da esperte della fondazione AIRC presso il Polo Bibliotecario Mattioli.
Alessia e Federica, divulgatrici scientifiche, si sono preoccupate di spiegare ai partecipanti che la diversità tra un individuo o un animale (come ad esempio uno scimpanzé)  vi è solo a livello estetico mentre su un piano genetico il DNA è il fattore che accomuna un po’ tutti.

Con l’aiuto delle divulgatrici e degli stand esposti, gli alunni hanno compreso che, in realtà, tra gli esseri umani il DNA è ciò che è condiviso al 99,9% e, quindi, ciò che caratterizza ciascuno è racchiuso solo nello 0,01%. Difatti un uomo si diversifica dagli altri solo per l’aspetto in quanto vi è una percentuale genetica (anche se ridotta) che non è presente in tutti gli altri esseri umani.

Dopo aver affrontato il discorso sull’unico fattore che l’uomo ha in comune con altri individui, gli studenti hanno cercato di ricostruire un albero genealogico, provando ad immaginare chi fosse la prima forma vivente esistita sulla Terra.  Se si è simili a qualcuno è perché si ha un antenato comune. Quindi si potrebbe essere imparentati alla lontana con tutte le specie viventi.

I ragazzi hanno compreso la presenza di una prima forma vivente sulla Terra e, grazie al gioco del Tangram, hanno cercato di  ricomporre il nome dell’organismo ritenuto dagli scienziati “l’antenato di tutti gli esseri viventi”.
L’organismo autotrofo (capace di trasformare idrogeno e anidride carbonica in energia) è chiamato Luca ed è l’acronimo di: “Last Universal Common Ancestor”, una forma di vita primordiale ipotizzata già da Darwin e sorta circa 4 milioni di anni fa.

A conclusione di questa interessante esperienza, gli alunni, con l’aiuto di Alessia e Federica, hanno osservato come la storia della vita sul pianeta Terra può essere condensata in un anno. Ciò significherebbe che 3,75 miliardi di anni possono essere compressi in uno solo. 

La specie umana è l’ultima parte della storia della vita e, nonostante questo, il numero degli impatti disastrosi sull’ ecosistema e anche sulle altre specie è in continua crescita.
Con un ultimo stand gli alunni hanno provato a classificare i 5 regni (animale, vegetale, funghi, batteri e protisti) in base al peso che effettivamente hanno sull’ecosistema per arrivare a ridimensionare il ruolo di tutte le specie viventi e soprattutto dell’uomo. I ragazzi hanno constatato come il regno animale sia quello che ha minor peso e come la specie umana, essendo parte di quest’ultimo, abbia una visione sempre più antropocentrica da ridimensionare dal momento che è la parte più piccola di un regno già piccolo di per sé.

                                                                                                                                           Sharon Rubbi

Foto di Lorenzo Saraceni