Tracce di bellezza – il volo dell’ape

 Per quattro giorni nel laboratorio di Sala Mattioli in Corso De Parma si ha l’occasione di assistere ad una “lezione” di arte un po’ diversa.
Tagliamo la parte teorica e passiamo subito alla pratica. Simulando il volo dell’ape veniamo sfidati a dipingere il “nostro volo”.
Con colori e percorsi, si tingono le pareti del laboratorio, liberando creatività e fantasia, riflettendo anche su ciò che vogliamo ci rappresenti e ciò che speriamo lo faccia.
Passato, presente e futuro si mescolano, quindi, in un volo non ancora scritto che rappresenta noi stessi. A guidare il progetto troviamo Giovanni Sallustio, ex studente del Liceo Scientifico Mattioli che ora ha intrapreso la via dell’arte-terapia.

Ci troviamo qui ad intervistarlo

Perché hai deciso di proporre questo progetto a ragazzi che frequentano le scuole superiori?


C’è sempre stato in me l’intento di educare e parlare ai giovani per lasciare loro un messaggio. Per questo ho cercato di trovare un argomento che magari facesse diventare l’arte una forma di primo approccio. Ogni persona ha il proprio lato artistico. Perché non liberarlo anche in maniera semplice?

Questo progetto cosa vuole trasmettere?
Si può celare in ognuno di noi un artista. Non c’è bisogno di avere per forza dentro lo spirito d’autore per liberarsi dagli schemi, si può sempre rivedere il proprio corso e compiere scelte legate ai colori che si adoperano. Trovo che i colori condizionino, anche involontariamente, il nostro quotidiano. Per questo, quando qualcuno di noi ha il suo “attacco d’arte”, perché non scoprirlo con la semplicità di un progetto?

Quando hai spiegato il progetto hai suggerito di utilizzare tre colori diversi per tracciare la nostra linea del passato, del presente e del futuro. Tu quali colori utilizzeresti?

Legati a una situazione, passando o vivendo dei momenti nel nostro quotidiano, veniamo portati a scegliere determinati colori. Per esempio, se dovessi fare una linea adesso, la colorerei di rosso, giallo e magari verde, perché questi, per me, sono giorni gioiosi e il mio intento è usare colori che mi ricordano la gioia. Magari, per un’altra persona, la gioia è rappresentata dal colore blu.

Il progetto si chiama tracce di bellezza, come mai?
Perché trovo che ci sia del bello in ognuno di noi. Anche gli “scarabocchi” che abbiamo di lato hanno della bellezza. Bisogna quindi puntare sul fatto che anche l’arte, che per i giovani potrebbe risultare noiosa,  riesce invece a coinvolgerli e renderli partecipi e protagonisti. Il bello del mondo siamo noi, ma in particolare lo sono i giovani.

In uno scientifico l’arte perde la sua parte più “pratica”. Se tu fossi un docente, faresti tornare nella tua classe l’arte pratica?


Sì, se fossi docente credo proprio che unirei la teoria anche al lato pratico. Disegnando, lo studente si immerge nel vissuto del pittore e ne ricava anche delle osservazioni personali. Credo che in questa maniera uno studente si ritrovi anche più invogliato e partecipe a seguire una lezione puramente teorica, facendolo magari anche appassionare alla materia.

Oggigiorno l’arte ha un po’ perso il suo valore elaborato e importante che aveva all’epoca, tu cosa ne pensi?
Penso che anche il corso della storia ci abbia portato all’arte come la vediamo adesso. Possiamo prendere degli spunti dal passato per riscoprire quel vissuto nel presente.

Pensi che con la mentalità attuale si possa realizzare una cosa del genere?
Secondo me si, anche perché, vivendo a Roma, ma anche quando torno qui a Vasto, noto quanto i giovani facciano ritornare l’arte, che riscoprono nel loro piccolo. Quel mondo che abbiamo lasciato ormai alle spalle, nel passato, credo che sia giusto riscoprirlo. 

Cosa speri di aver lasciato a tutti i ragazzi che hai incontrato oggi?

Spero di averli fatti avvicinare alla materia artistica, ma soprattutto spero che attraverso l’arte possano dar voce al loro silenzio interiore e vincere le loro paure, trovando la strada per il futuro e per migliorarsi ogni giorno.

Questa è la settimana del Festival della Scienza, credi che le materie scientifiche e quelle umanistiche possono legarsi tra di loro?
Secondo me si, ed è bello vedere come, anche tra arte e scienza, si possano trovare dei collegamenti, ricercando quel legame anche in materie che crediamo non abbiano nulla in comune, vedere se nasce qualcosa di nuovo.

Citando il volo dell’ape tu credi di stare seguendo il tuo?
Sì, credo di seguirlo, anche se a volte fa giri concentrici.


Ma quando capitano occasioni come queste, esco da questi giri concentrici e vivo una nuova esperienza, seguendo il mio volo dell’ape. È un volo molto astratto, che si scopre un po’ alla volta e ammetto di affidarlo un po’ al caso, cogliendo giornalmente le occasioni. Comunque, fino ad oggi trovo sia stato un bel volo dell’ape, certo con i suoi alti e bassi, ma nella vita vanno accettati anche quelli.

 

Beatrice Longhi